Regia di Toni Fornari, Andrea Maia vedi scheda film
Lorenzo Colombo è un senatore sulla soglia della pensione. La sua carriera politica si è svolta interamente nel segno della truffa, della furberia e della sopraffazione. Durante la festa di capodanno nella sua villa, però, l'uomo ha modo di tornare indietro nel tempo e rivalutare ciò che la sua esistenza è realmente stata.
Prodottino televisivo sponda Mediaset, trasmesso in tv il primo di gennaio del 2025, A capodanno tutti da me è l'ennesima riproposizione dei luoghi comuni vanziniani inseriti di prepotenza in un intreccio dickensiano all'acqua di rose, per capirci: una sorta di Canto di Natale per l'occasione trasformato in Canto di capodanno. Il protagonista non poteva che essere lui, Massimo Boldi, sostanzialmente a suo agio in un ruolo che saccheggia i classici della sua carriera: politico arraffone, un po' stupidotto, sempre pronto a cambiare bandiera e idea, meglio ancora se drasticamente. Costui è sottoposto al solito viaggio nel passato che gli apre gli occhi sulle miserie del suo presente; un presente che condivide con le stereotipate macchiette affidate a Paolo Conticini, Nancy Brilli, Massimo Ceccherini, Francesca Manzini, Simone Montedoro, Raffaella Fico e altri. Tutto molto sottotono e ampiamente barzellettistico nella sceneggiatura scritta da Vincenzo Sinopoli insieme alla coppia di registi formata da Antonio Fornari e Andrea Maia. I due sono giunti alla terza regia, dopo Finché giudice non ci separi (2018) e Ritorno al presente (2021): tutti lavori di simile risma. Se la confezione è piuttosto sciatta, comunque i contenuti non sono granché meglio: dovrebbe in effetti essere un film comico, ma da ridere c'è ben poco. 2/10.
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