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Black Bag - Doppio gioco

Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film

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La recensione su Black Bag - Doppio gioco

di diomede917
8 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: BLACK BAG

All’uscita del cinema, dopo la visione di Black Bag, mi sono domandato: ma è più un film diretto, montato e fotografato da Steven Soderbergh e i suoi pseudonimi oppure è un meccanismo perfettamente assemblato dal più poliedrico degli sceneggiatori David Koepp?

La risposta è che quei due quando lavorano insieme creano solo e sempre “Grande Cinema”.

Dietro una Spy Story inglese che sembra uscita dalle pagine di John Le Carrè, Steven Soderbergh ci porta dentro a un gioco al massacro della coppia che tanto piacerebbe a Roman Polanski ma che contiene tracce dei dubbi amletici che Paolo Genovese ha messo nei suoi Perfetti Sconosciuti e nel recente Follemente.

Koepp e Soderbergh mettono in scena una storia senza fronzoli, dura solo 93 minuti e in quel minuto riescono a condensare tutte le paure che si celano dietro i segreti, bugie e fiducia nei rapporti di coppia.

L’incipit è presso spiegato: Micheal Fassbender è George un agente dei servizi segreti britannici (un uomo di ghiaccio che non lo fa sembrare umano, un monogamo straconvinto e innamoratissimo della moglie), deve scoprire chi è la talpa all’interno del suo gruppo di lavoro che sta organizzando con un faccendiere russo una strage tramite il software “Severus”.

La lista gli viene fornita da un informatore appena cacciato di casa per le sue scappatelle. E tra i 5 nomi c’è quello della sua amatissima moglie Kathryn, una Cate Blanchett in versione Famme Fatale molto sensuale ma al tempo stesso una donna che col suo sguardo manipolatorio ti può costringere ad ammazzare per lei.

E così dietro una cena organizzata per farsi le idee, Steven Soderbergh inizia il suo Carnage mettendo davanti a un tavolo non solo 6 personaggi in cerca di verità ma 3 coppie che iniziano a sputarsi in faccia tutte le ipocrisie su cui si fondano non solo le loro certezze all’interno della loro relazione ma anche le falsità che si annidano nel loro lavoro. Falsità che sono coperte dal nome in codice “Black Bag”, un’evoluzione spionistica del concetto di Sesso, Bugie e Videotape che ha imposto in tutto il mondo il talento del regista.

Paradossalmente la parte Spy è quella un po’ più tirata via anche se scritta veramente bene, da vedere quei 3 minuti e 30 a Zurigo per capire che con Soderbergh e Koepp non si scherza (ops una coppia lavorativa anche loro).

E’ nel serratissimo interrogatorio parallelo con un montaggio mozzafiato fino alla resa dei conti finale dove tutti gli indizi sparsi nel film si palesano sempre su quel maledetto tavolo che troviamo il senso del film.

In un mondo senza valori dove tutti scopano con tutti senza provare alcun pentimento, il vero rifugio è nell’antiquata fedeltà che si cela nel sacro vincolo del matrimonio.

E nessuno provi a minare o sabotare questo legame a due altrimenti le conseguenze saranno letali.

Che gran bel film avete tirato fuori voi due…e parlo anche dei due protagonisti.

Voto 7,5

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