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28 anni dopo

Regia di Danny Boyle vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su 28 anni dopo

di axe
7 stelle

Ventotto anni sono passati da quando la Gran Bretagna è stata colpita da un'epidemia "zombie"; l'intera isola, circondata da un "cordone sanitario" è inaccessibile ai sani e dominio degli infetti. Una piccola comunità, all'interno dell'area interdetta, resiste grazie al suo essere insediata in Lidisfarne, un villaggio facilmente difendibile. E' posizionato su una propaggine di terra lungo la costa scozzese, la quale diviene isola quando, causa flusso delle maree, il livello dell'acqua sale. Qui vive la famiglia del dodicenne Spike, il quale conosce il mondo al di fuori del villaggio, grazie al padre, Jamie, il quale lo porta a caccia - intesa quale rito d'iniziazione - oltre la lingua di terra. Dopo essere sfuggiti ad orde di zombies i due tornano nel loro villaggio, dove vive anche Isla, moglie di Jamie e mamma di Spike. Isla è da tempo gravemente malata; non esistono medici a Lidisfarne, pertanto Spike, nell'inerzia del padre, torna sulle sue orme portandola con sè, alla ricerca di un tale Ian Kelson, che si dice sia un dottore. "28 Anni Dopo" è il terzo film della serie dedicata al "virus della rabbia", diretto da Danny Boyle così come il primo episodio, "28 Giorni Dopo"; questo racconto è ambientato in una Scozia divenuta landa quasi desolata, popolata da zombies, tra i quali spiccano gli "alpha", più forti e dotati di una certa intelligenza rispetto gli altri, ed altri personaggi resi strambi ed ambigui dalla solitudine e dalle circostanze. Nella piccola comunità di Lidisfarne, si è mantenuto il ricordo del passato e si è riutilizzato quanto possibile di ciò che offriva quel mondo; qui cresce Spike, il quale, a dispetto della giovane età - ha solo dodici anni - comprende benissimo le dinamiche della propria famiglia. Il padre, Jamie, crede molto in lui, forse considerandolo suo unico parente. Idealmente, ha già seppellito la moglie, Isla, costretta a letto da una malattia misteriosa che le altera i ricordi e la mobilità. Spike è, invece, legatissimo alla madre; a differenza di Jamie, non si rassegna. Le conoscenze acquisite nel suo viaggio d'iniziazione lo aiutano nell'impresa che intende compiere, portare la donna presso un solitario curatore che vive presso una enorme fornace. Il suo coraggio è premitato; i due, dopo un pericolosissimo viaggio, durante il quale si aiutano a vicenda, raggiungono il personaggio. Ian Kelson vive ossessionato dalla morte; come tutti coloro che hanno vissuto l'epidemia, ha visto centinaia di cadaveri. Egli, consapevole dell'umanità delle anime esistite in loro, anche dopo la trasformazione in zombies, ha "trattato" tutti quelli che ha ritrovato, ergendo con ossa e crani un tempio dedicato alla fugacità della vita, al "memento mori". Consapevole, parimenti, della sacralità della vita umana, aiuta a salvarne una; aiuta, infine, Isla,  cui diagnostica un tumore metastatizzato, a morire senza sofferenza. Spike, divenuto improvvisamente adulto, continua a scorrere le campagne scozzesi, finendo per trovare altri enigmatici sopravvissuti. Il presente alternativo della Gran Bretagna post-epidemia, rispetto al resto del mondo - il nostro - non ha molto di positivo. Dove non regna la morte portata dagli zombies, vi sono superstiti eccentric, abbrutiti; nella stessa famiglia di Spike, ben in vista nella tenace comunità di Lidisfarne, sono diffusi i mali del nostro tempo. Incomunicabilità, menzogna, ignavia. In questo mondo, la speranza rinasce grazie alla forza di volontà di un ragazzino. A cosa porterà la sua impresa ... per ora, non si sa. L'epilogo introduce un interessante sviluppo della vicenda di Spike, la quale sarà narrata in ulteriori sequel. Il giovanissimo protagonista è interpretato da Alfie Williams; la mamma malata, Isla, da Jodie Comer. Aaron Taylor-Johnson è Jamie. Personaggio particolarmente interessante è il dottor Ian Kelson, interpretato da Ralph Fiennes; un uomo buono, il quale, a seguito dell'esplosione dell'epidemia, ha scelto di vivere dando soddisfazione ai bisogni primari sia del corpo, sia della mente. Il suo "tempio delle ossa" riflette la pietà verso i defunti, la consapevolezza della precarietà dell'esistenza umana, l'accettazione della morte. Ritmi sostenuti caratterizzano la narrazione; il regista, dopo aver illustrato il contesto espondendone gli antefatti, racconta la storia di Spike; l'iniziazione, l'acquisizione di amare verità, una scelta difficile. L'avventura s'intreccia all'horror; non tanta attenzione è data agli zombiese - non mancano, comunque, sequenze raccapriccianti - quanto agli umani, i quali macellano senza pietà i loro avversari, ritenendoli mostri privi d'intelletto e non sempre sono corretti nei rapporti tra loro. Violenze e brutalità fanno aspro contrasto con la "leggiadrìa" dell'ambiente, colline coperte di boschetti e prati verdeggianti e fioriti, con, sparse qua e là, le vestigia della precedente civiltà, il tutto indifferente alle violenze zombies, non meno efferate di quelle umane. La linearità della narrazione è rotta da sequenze oniriche e simboliche anche di pochi fotogrammi. Un buon film; In questo episodio, l'avventura prevale sull'horror, e l'epilogo lascia chiaramente immaginare che vi saranno sequel. Avvincente, arricchito di interessanti "tocchi" autoriali.

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