Regia di Danny Boyle vedi scheda film
E così anche quel piccolo gioiello horror del 2002, ha il suo seguito (o quasi). Si sa, nel Cinema di oggi non si butta via niente, come con il maiale, che i tempi che viviamo sono questi, mediocri e tristi, e si cerca solo di monetizzare. Così è, purtroppo, per "28 Anni Dopo", un film nato male, pensato male e che finisce male. Danny Boyle, redivivo, sposta il suo horror in territori quasi fantasy, almeno quando ambienta il tutto in una Scozia quasi medioevale, dove alcuni sopravvissuti vivono e si difendono con archi e frecce, dietro a fortini di legno, mentre la Gran Bretagna è ancora sotto effetto della quarantena, via nave, garantita dai paesi limitrofi, che, a quanto pare, non pensano nemmeno di aiutare i sopravvissuti con armi, cibo o medicinali. Boh, mistero. Se nelle scene di azione, con questi tarantolati rabbiosi nudi e cattivi, il film regge anche bene, è tutto il resto che è misero, imbevibile, brutto: la trama pare scritta dallo stesso ragazzino insostenibile del film e quando non sono in scena i rabbiosi, il film collassa. Ormai prodotti come questo vanno bene solo se serializzati sulle piattaforme, tanto che il finale, pessimo, lascia presagire che non finirà qui. Per cortesia, basta. Spostatelo dai cinema e mettetelo in una serie Tv, se proprio dovete continuare. Brutto. Uno dei peggiori film di Danny Boyle, bollito come pochi.
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