Regia di Akiva Schaffer vedi scheda film
Una pallottola spuntata (2025): locandina
AL CINEMA
Son passati più di trent'anni da quando Frank Drebin (Leslie Nielsen, perfetto ed irresistibile in tutta la sua ottusa, ma convinta impassibilità dai tratti esilaranti, ingrediente sufficiente a rendere unica ed epocale l'intera trilogia) insegnava al pubblico, in estasi dal ridere, come si risolvono i complicati casi presso il dipartimento di polizia di Los Angeles.
Ora in città c'è un degno successore, omonimo del capostipite, per giunta, considerato che altri non è se non il figlio del più distratto e pasticcione tenente di polizia in circolazione al cinema dai tempi del filone Scuola di polizia, serie demenziale di film di poco precedente a questa.
Una pallottola spuntata (2025): Liam Neeson
Una pallottola spuntata (2025): Liam Neeson, Pamela Anderson
Già dall'estroso sistema mimetico con cui il nostro nuovo protagonista riesce a risolvere una concitata rapina ad inizio film, comprendiamo che l'ereditarietà si rivela un fattore che lascia il segno tra individui legati da una così stretta parentela.
Quantomeno in casa Drebin.
Il regista Akiva Schaffer azzecca alla perfezione almeno i due interpreti di spicco: Liam Neeson, attore di potente spessore e carisma navigato, amato dagli autori cinematografici più apprezzati, ma che tuttavia ha trovato nel comparto action, da oltre un ventennio, l'alternativa coerente per assicurarsi una buona pensione, è perfetto nel riprendere un ruolo affine a quello che Leslie Nielsen ha reso epocale sotto la direzione e la verve narrativa del brillante e sagace trio Zucker+Abrahams+Zucker.
Pamela Anderson, sexy, fatalona e pasticciona quanto basta, non fa inoltre rimpiangere troppo la svampita con dolcezza portata sul grande schermo con grande ironia da Priscilla Presley, nel ruolo di una cliente che si trasformerà nella nuova compagna del maldestro tenente.
Una pallottola spuntata (2025): locandina
Saggio appare anche il procedere con una narrazione organizzata per schetch, per rendere più fluido il ritmo e le gags che si vengono a creare sulla falsariga della fortunata trilogia capostipite.
Ma purtroppo la comicità rimane quasi solo fisica, approssimativa, ripetitiva. Mancano le invettive sagaci contro un mondo politico e finanziario che, ancora oggi, vede in scena personaggi e profili non meno involontariamente e grettamente comici, se non sconcertanti, rispetto a quelli che campeggiavano indolentemente e senza vergogna negli anni '90.
Inoltre certi siparietti musicali o dialoghi scientemente grevi, non riescono a risultare perfettamente godibili o efficaci quando sottoposti ad una semplice traduzione letterale che rende tutto più meccanico e forzato.
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