Regia di Judd Apatow, Michael Bonfiglio vedi scheda film
Una vita fuori dagli schemi, una carriera tra vette e precipizi, un maestro della stand up comedy americana e della comicità mondiale: George Carlin raccontato da sé stesso, nel materiale d'archivio, dalla figlia Kelly, dal fratello Patrick e da una carrellata di comici cresciuti nel segno di Carlin: da Bill Burr a Jerry Seinfeld, da Chris Rock a Kevin Smith.
È vero che l'esistenza di George Carlin ha vissuto principalmente due periodi, con l'infarto del 1978 come spartiacque, ed è dunque giusta l'idea di suddividere questo racconto della sua vita e della sua arte in due distinte tranche: nella prima vengono ripercorsi l'infanzia con la madre single e il fratello Patrick (che morirà poco dopo la realizzazione delle interviste per questo lavoro, che alla sua memoria è dedicato), gli esordi nella comicità compassata televisiva e l'approdo ai primi 'special' tv di fine anni Settanta, quando Carlin abusava di cocaina in maniera risaputa. Poi l'infarto, dovuto anche a tali abusi, e una nuova filosofia sia come essere umano che come comico: qui nasce il George Carlin più noto, quello narrato nel secondo episodio di questa miniserie. Il comico che fa riflettere, che lancia invettive contro il Governo Usa e il Papa, che non si ferma davanti a nulla e nessuno avanzando imperterrito verso nuove frontiere del nichilismo, della misantropia e del politicamente scorretto. Il Nostro ha cavalcato con furia, lasciando un segno indelebile a ogni suo passaggio, mezzo secolo di storia dello spettacolo statunitense e mondiale. Nel mentre ci sono stati il matrimonio trentennale con Brenda (morta di cancro nel 1997), quello decennale con Sally, la nascita dell'unica figlia Kelly, una bella mole di controversie e di crisi personali e familiari, ma anche e soprattutto una valanga di battute folgoranti che hanno fatto scuola (e il celeberrimo monologo delle 'seven words').Tanta è la stima nei suoi confronti che prendono parte a questo documentario Chris Rock, Jerry Seinfeld, Patton Oswalt, Stephen Colbert, Sam Jay, Bill Burr e molti altri ancora: il 'sogno americano' di George Carlin viene onorato in grande stile - “e lo chiamano sogno americano perché dovete essere addormentati per crederci”, così si concludeva la grandiosa battuta. Oltre tre ore e mezza di durata totale non sono in effetti poche, ma il ritmo della narrazione imposta dai registi Judd Apatow e Michael Bonfiglio è sempre alto. 6/10.
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