Regia di Michal Gazda vedi scheda film
Una rapina in banca finita male. Il primo ministro chiama ad indagare l' ex poliziotto Gadacz, allontanato tempo prima perché appartenente al regime comunista.
"Napad" è un giallo made in Polonia che gioca le sue carte migliori nella caratterizzazione del vecchio sbirro , ex agente segreto, con più di uno scheletro nell'armadio, interpretato con fare serafico dall' attore e regista polacco Lubaszenko.
L'incipit del film chiarisce tutto: l' ex poliziotto rifiuta di vendere dei manufatti da lui prodotti perché l'acquirente è stato poco cortese con il di lui inserviente, rimandandolo al mittente senza tanti giri di parole. Non ci stancheremo mai di vedere al cinema poliziotti così.
L' indagine , che lo vede sempre in primo piano, diventa un esigenza morale che segue avidamente più le persone che gli indizi, perché , come spiega lui stesso nel finale, " io riesco a vedere chi è marcio dentro come lo sono io". Dunque attraverso gli occhi di un pezzo da museo, un emarginato, il film inquadra e descrive le dinamiche di un paese , la Polonia, pronto a cambiar pelle senza capire ancora come, stretto nella morsa di paurose ombre che si allungano sempre più.
Prima parte fiore all'occhiello , lo svelamento dei colpevoli, il fiuto del poliziotto, il giallo che si dipana. Poi con il passare dei minuti la storia perde un po' mordente perché la sceneggiatura inverosimilmente pasticcia un po'. Tuttavia rimane un prodotto interessante , lontano dalle americanate, un giallo di atmosfere il cui ritmo è scandito dalla falcata goffa e pesante del suo straordinario protagonista.
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