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Jurassic World: La rinascita

Regia di Gareth Edwards vedi scheda film

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Marco Poggi

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La recensione su Jurassic World: La rinascita

di Marco Poggi
7 stelle

Gruppo di esperti che devono procacciarsi del DNA di dinosauri da studiare incontrano una famiglia di portoricani naufraghi, ma poi si ritrovano tutti insieme a sopravvivere nell'isola dei mastodonti. Settimo capitolo della saga, prova a tornare alle origini, con Scarlett Johansson in un ruolo che, prima, sarebbe stato cucito addosso a un uomo.

Gruppo di esperti (uno scienziato e delle spie/mercenari/guardie del corpo), che devono partire per un viaggio difficile per procacciarsi del DNA di vari dinosauri da studiare (per l'avido cliente, che ovviamente va con loro) incontrano una famiglia di portoricani naufraghi, ma poi si ritrovano tutti insieme a sopravvivere nell'isola dei mastodonti, dove si stanno recando. Settimo capitolo della saga, inaugurata, nel 1993, da Steven Spielberg, prova a tornare alle origini, con Scarlett Johansson in un ruolo che, prima, sarebbe stato cucito addosso a un uomo (e quello di Zora, la spia/mercenaria, è un ruolo che le calza a pennello). Bravo anche Mahershala Ali, che la spalleggia. Ci si diverte, fra dinosauri anfibi che paiono squali e/o balene, erbivori che amoreggiano e feroci pterodattili. Bello quando rifà capolino l'indimenticabile motivo di John Williams. La trama si ripete, è vero, ma stavolta si cerca di rendere tutto meno complicato dei tre capiroli precedenti, facendo in modo che non esistano dinosauri addomesticati, ma lasciati allo stato brado. La tensione resta alta, anche se gli aspetti horror restano limitati. In mare, si è quasi proposi ad assistere a una ripresa de "LO SQUALO", eppure la fotografia è eccezionale, il panorama è fantastico e tutti i personaggisono sfaccettati, persino la bambina, che si procaccia una dino-mascotte. Insomma, pure questo, è un fumettone per famiglie, come da tradizione, da godersi con una Coca Cola e dei popcorn in mano e se si  torna un po' allo stile dei primi capitoli, per me non è un male, anzi è un vero pregio. Approvato.

 

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