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The 4:30 Movie

Regia di Kevin Smith vedi scheda film

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La recensione su The 4:30 Movie

di mm40
4 stelle

Il film delle 4 e 30 (del pomeriggio) è quello a cui l’adolescente cinefilo e grassottello Brian invita Melody, la ragazza di cui è innamorato, carina e intelligente. Per farsi coraggio Brian va all’appuntamento al multisala insieme a due amici piantagrane, che fanno in modo che il terzetto venga espulso dal cinema prima ancora che la proiezione abbia inizio. Brian però non è disposto in alcun modo a rinunciare al pomeriggio di cinema insieme a Melody.

 

The 4:30 movie non è sicuramente il miglior film di Kevin Smith, ma è altrettanto indubbiamente il suo più vero fin dai tempi di Clerks, l’osannato esordio di trent’anni esatti prima (1994); non a caso infatti la trama di questa pellicola si chiude sull’incipit di Clerks, con quella serranda abbassata del Quick Stop Market, suggerendo una linea di continuità temporale tra le disavventure del giovane cinefilo sorappeso Brian David (un evidente Kevin Smith adolescente) e quelle dei commessi del film del 1994. The 4:30 movie è però anche qualcosa di più (e di meno) che un omaggio agli anni giovanili del regista e al cinema contemporaneo; è innanzitutto una operazione nostalgia un po’ furbetta, che ripesca dall’immaginario degli anni ’80 in un periodo in cui tale scenario – ormai vero e proprio modernariato – va fortemente di moda. Ma è anche un atto d’amore verso l’arte che ha stregato Smith fin da ragazzino, con una scena – quella in cui Brian dialoga con l’inserviente del multisala sul retro – rivelatrice dello spirito di tutto il lavoro; e infine The 4:30 movie è anche una gustosa commedia adolescenziale senza grandi pretese, ma scritta con la dovuta solidità e diretta in maniera efficace. Gli interpreti centrali sono giovani e poco noti, ma se la cavano tutti bene: Austin Zajur, Siena Agudong, Nicholas Cirillo e Reed Northrup; accanto a loro troviamo in parti più o meno sofisticate (fino al semplice cameo) Kate Micucci, Justin Long, Jeff Anderson, Sam Richardson, Harley Queen Smith (figlia del regista: interpreta una suora prostituta, per non rinunciare a quell’umorismo estremo che ha caratterizzato la filmografia di Smith), Rosario Dawson, Ken Jeong, Jason Mews, Jason Biggs e, in una comparsata al termine dei titoli di coda, Brian O’Halloran. 4,5/10.

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