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Sotto le foglie

Regia di François Ozon vedi scheda film

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La recensione su Sotto le foglie

di diomede917
7 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: SOTTO LE FOGLIE

Francois Ozon è il regista più prolifico ed eclettico del cinema francese, andando praticamente con una media di un film all’anno e sempre diverso per tema trattato e linguaggio cinematografico usa per narrarlo.

Sotto le foglie (titolo meno poetico e metaforico dell’originale Quand vient l’automne) è un film che mescola il torbido umano dei racconti di George Simenon con quei gialli cinici, morali e familiari che tanto piacciono a Woody Allen (siamo dalle parti di Crimini e Misfatti o del recente Un colpo di fortuna per intenderci).

Vincitore del premio della migliore Sceneggiatura e della migliore interpretazione non protagonista (vinta da quel Pierre Lottin già bravissimo nell’Orchestra Stonata), Sotto le Foglie è un film autunnale non solo per il periodo in cui è ambientato ma perché vede protagonista una donna arrivata all’autunno della sua vita a fare i conti con quello che ha seminato e che inevitabilmente dovrà raccogliere.

Il film si apre in una chiesa e il racconto della Maria Maddalena, la meretrice redenta da Gesù Cristo perché con le sue lacrime e i suoi capelli ha lavato e asciugato i piedi al Messia.

La protagonista è Michelle. Una donna che è stata una Maria Maddalena a Parigi e che adesso si è ritirata in un casolare in Borgogna insieme alla sua migliore amica ed ex collega Marie Claude.

Entrambe sono madri di figli nati dalla loro esperienza e come sempre certe colpe ricadono propri su di loro.

Michelle ha un rapporto conflittuale con sua figlia Valerie che non le ha mai perdonato il suo passato e, a quanto pare, quel fantasma la accompagna anche in campagna.

Maria Claude ha un figlio irrequieto di nome Vincent che sta per uscire dal carcere.

In questo scenario si incastrano una serie di piccoli incidenti e coincidenze che provocheranno uno strano effetto domino, facendo emergere le linea d’ombra che ognuno di noi ha dentro di sé.

Una zuppa di funghi con qualcuno avvelenato provoca un malore alla ragazza che accusa la madre di averlo fatto apposta, così ritorna a Parigi portando con sé l’amato nipote Lucas.

A questo punto Francois Ozon decide di giocare con lo spettatore e pur non rappresentando nulla di visivo ci mette il dubbio che certi eventi accidentali tanto accidentali non sono.

E usa a suo piacimento i suoi protagonisti mettendoci davanti tutti i vantaggi e i rimorsi che questi eventi hanno nel corso della storia.

Michelle ha veramente cucinato inavvertitamente dei funghi avvelenati?

Valerie è veramente caduta dal terrazzo accidentalmente?

Perché Michelle vuole aiutare a tutti costi Vincent a rifarsi una vita onesta?

Francois Ozon scrive il suo film come un giallo a scatole cinesi ma in realtà dell’elemento misterioso non sa cosa farsene e soprattutto non vuole.

È un escamotage per attirare la nostra attenzione e per portarci dentro i segreti e bugie che sono presenti in ogni famiglia. Anche la nostra.

Nessuno è innocente e tutti noi siamo colpevoli di cose non dette, di cose sapute ma tenute nascoste dentro di noi fino alla fine dei nostri giorni. Sotto quelle foglie che hanno caratterizzato il trascorrere del nostro tempo.

E tutto questo il regista lo fa non solo scrivendo una sceneggiatura impeccabile ma avendo un cast tutto in parte.

Hélène Vincent e Josiane Balasko sono bravissime a rappresentare la complicità di due donne che hanno affrontato le difficoltà della vita e che hanno dato anima e corpo per dare un futuro diverso ai rispettivi figli e che in cambio hanno ricevuto solo livore e rancore.

Pierre Lottin e Ludivine Sagnier sono molto di più di normali figli insolenti e arrabbiati, sono i sensi di colpa fatti persona che vengono a rivendicare l’adolescenza perduta e la felicità mai avuta.

Sotto le foglie è un film di madri e figli, di padri assenti o in fuga a Dubai per lavoro, di uomini che non sanno amare e conoscono solo il linguaggio delle mani e il futuro è in mano ad un adolescente depositario di quel che è successo in quei giorni ma che ama troppo la sua vita per privarsene.

Voto 7

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