Regia di Halina Reijn vedi scheda film
Film che mi ha deluso. Situazioni imbarazzanti e dialoghi che sfiorano il ridicolo (“per piacere, puoi metterti a quattro zampe?”) dove ci sono, perché, il più delle volte, sono frasi smozzicate e concetti lasciati per aria che, invece di suggerire, cadono direttamente nel vuoto. Non dico che siamo all’insulsaggine totale della trilogia delle sfumature, dal momento che qui si affronta l’ampio e attuale tema del potere sui luoghi di lavoro e quello del sacrosanto diritto di una donna di avere una sessualità non indotta da desideri altrui, sia pure fuori dagli schemi. Il vero problema è che dopo il vituperato (all’epoca) 9 settimane e ½ è difficile riproporre le dinamiche “schiavo/padrone” con la stessa intensità ed efficacia. Lì la sottomissione della Basinger avveniva con un Rourke munito di frustino e armato di vero desiderio, in situazioni volte ad esplorare le dinamiche del piacere in un percorso che vedeva entrambi davvero coinvolti. Qui sembra che il sesso davvero non interessi a nessuno. La scena della camera d’albergo è imbarazzante in tal senso: il tipo parla, chiede una serie di prestazioni di cui pare che il primo a non fregare nulla sia proprio lui; tant’è che all’iniziale diniego della donna non si scompone più di tanto e torna alla carica con altre chiacchiere e insistenze (laddove una situazione davvero torrida e partecipata avrebbe richiesto che con dolcezza ma decisione l’uomo o la donna si sarebbero presi quello che volevano). Lasciamo, poi, perdere del tutto l’atteggiamento strafottente e arrogante dello stagista al colloquio iniziale che gli sarebbe valso, in situazioni normali e in qualunque azienda, un sonoro calcio nel didietro e un pronto accompagnamento alla porta. Peccato, perché la Kidman è davvero brava e si è messa in gioco in un ruolo non facile ma nel quale, lei almeno, evidentemente credeva.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta