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The Assessment - La valutazione

Regia di Fleur Fortune vedi scheda film

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La recensione su The Assessment - La valutazione

di Souther78
10 stelle

Eccezionale opera che parla del presente e del futuro prossimo. Di istituzioni che controllano l'individuo in ogni aspetto della sua vita, creando e strumentalizzandone le paure. Recitazione a livelli eccelsi, un viaggio sorprendente che ci racconterà chi siamo e dove stiamo andando, ma, soprattutto, chi decideremo di diventare. Un must.

 
 
 
 

La storia insegna che lo stato nasce come forma di convivenza organizzata volta a tutelare i diritti degli individui e a favorirne lo sviluppo personale e collettivo. Lo stato si basa sul diritto, che, a sua volta, previene le comunità dal praticare la legge del più forte. Del resto, ci insegnano, ove non arriva lo stato è "Far West". Prendete l'opposto di tutto ciò, e avrete la verità.

 

La verità è che lo stato esiste come metodo di controllo e imposizione, per volontà dei controllori dell'umanità, che si servono di stupidi servi massoni (che, a loro volta, si credono al comando, mentre sono soltanto dei miserabili kapò) per dirigere, da dietro le quinte, le esistenze di ognuno di noi. Non è una coincidenza che i nativi americani abbiano calcato il suolo di quel continente per circa 40.000 anni, senza mai subire alcuna delle oscure sorti vedute negli imperi sotto il loro controllo, ma, soprattutto, senza mai delegare il potere. Senza un re, o un presidente, non ci può essere controllo dall'alto, poichè non c'è distinzione tra governanti e governati. Non è una coincidenza che i nativi americani siano stati sterminati, con la stessa identica strategia progressiva che abbiamo visto nella storia e vediamo oggi a Gaza: prima si occupa una terra altrui, poi ci si costruiscono insediamenti, poi ci si espande al punto che i legittimi abitanti di quelle terre, sentendosi invasi, si difendono, poi si strumentalizza la loro difesa come aggressione, e, quindi, li si annienta. Lo ha fatto pure Roosevelt con il Giappone. E, nel caso di Bush, poi, visto che era impossibile ottenere una simile reazione specifica, la si è direttamente organizzata. Esempi così la storia ne racconta migliaia, ma non fornendo gli elementi utili a comprendere realmente gli eventi. Del resto, la storia la scrivono i massoni, cioè i vincitori. E poichè controllano tutti i fronti politici, di pensiero e nei conflitti, a vincere sono sempre loro.

 

L'eccezionale valore di quest'opera risiede proprio nella sua descrizione della natura subdola e manipolatoria del potere centralizzato, che strumentalizza le paure, vere (la morte) o indotte ad arte (il cambiamento climatico), per instradare le persone a subire decisioni imposte dall'alto, considerandole proprie, oppure necessarie (vd. covidiozia).

 

Già nel 2020 il sottoscritto, come molti altri, metteva in guardia: la prossima sceneggiata sarà il clima e i lockdown per l'ambiente. A seguire, i finti alieni cattivi, per poi introdurre i finti alieni buoni e normalizzare anche loro. Ma questa è un'altra storia, a breve sugli schermi dei nostri telefonini.

 

Ardito è il termine che meglio descrive oggi questo lungometraggio, che, però, può essere apprezzato soltanto con la necessaria consapevolezza. Leggere commenti (onestamente sembrano scritti da gatekeeper più che altro) che lo denigrano lascia perplessi. Prima di tutto poichè la recitazione delle protagoniste femminili è a dir poco fenomenale, specie in un panorama sempre più arido e sterile. C'è, poi, la curiosa prossimità tematica tra la Vikander di questo ruolo e quella de La Luce sugli oceani.

 

La critica all'oscurantismo governativo non risparmia nulla. Peccato per la approssimativa traduzione italiana ("lo stato"), del termine anglofono "government", che viene normalmente utilizzato per indicare le istituzioni pubbliche. Partiamo con la paura della morte e con il farmaco magico, che, come tutti gli altri, dietro alla promessa di un beneficio cela un male ancora peggiore. C'è, poi, il depopolamento: il leit motiv preferito dei massoni stile Draghi da Club di Roma, e dell'immancabile eminenza grigia del WEF Klaus Schwab. Si parla, quindi, di realtà virtuale e di isolamento dell'individuo dietro a illusioni digitali come surrogati affettivi. Su tutto domina il controllo delle istituzioni sulla possibilità di filiare, che, contrariamente a quanto osservato nell'editoriale di Filmtv, è cosa assai differente dalle tematiche abortiste: l'approccio è concettualmente antitetico. Se, da un lato, la pratica dell'aborto è innaturale, quindi artificiale, anche porla in essere implica già interferire con il naturale corso degli eventi, e promuoverla o propagandarla, come di moda specie in USA, è un'ingerenza, e non la finta concessione di una libertà di scelta. Tra l'altro l'anima esercita un diritto di scelta allorchè decide di incarnarsi, e interferire con esso è karmicamente sbagliato, ma, in ogni caso, è una interferenza, o, per meglio dire, un'ingerenza. Ingerenza proprio come quella di inibire la possibilità di avere figli.

 

La riflessione principale verte attorno all'esclusione dei diritti e alla concessione dei privilegi. Per chi non capisce nulla di diritto, può suonare come una sottigliezza, ma è esattamente ciò che sta accadendo sotto gli occhi di tutti: con la scusa del teatrino della CO2, stanno colpevolizzando qualsiasi attività umana, e con la scusa del "bene comune", come ieri con la covidiozia, oggi con la CO2, stanno imponendo limiti, divieti, e, quindi, per converso, concedendo come privilegi la possibilità di fare cose banali, che se negli anni '70 qualche politico avesse pensato anche solo di limitare sarebbe stato lapidato pubblicamente. E come ci riescono? Grazie all'indefessa opera dei media e del cinema di regime (non a caso Blackrock/Amazon si è pure comprata MGM dopo averla fatta fallire con il coviddì), che trasformano il male in bene e viceversa. E mentre tutto scivola sul virtuale e sull'ennesima truffa dell'AI, mentre l'uomo servo e operaio non serve più e viene sfoltito a suon di veleni in atmosfera (eh, ma dobbiamo oscurare il sole per salvarci la pellaccia!!), sieri genici (eh, ma dobbiamo salvarci dal raffreddore eh!!), transessualizzazione dell'umanità, diffusione di sostanze chimiche, plastiche, fluoro e ormoni che hanno l'effetto di distruggere la fertilità... ecco che tutti dormono nel sonno rassicurante del mondo digitale. A proposito: c'è per caso qualcuno che si sia mai lamentato della rete 4G e che avrebbe abbandonato l'uso del cellulare, se non avessero installato il 5G? Non credo.

 

Ecco, in un mondo di gente sempre più obnubilata e virtuale, carpire i diritti e seminare terrore è sempre più agevole. Ed è per questo che la riflessione di The Assessment oggi si impone come un dovere morale: nel viaggio dei protagonisti giungiamo al culmine, fino a vedere gli effetti di ogni scelta possibile. Chi si affida alle istituzioni non può che perire, scoprendo l'illusione, mentre chi ha troppa paura non può che rifugiarsi nelle illusioni virtuali... e chi osa... vince.

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