Regia di Mike Flanagan vedi scheda film
Se c'è un regista che si è prodigato più di tanti altri ad adattare per il cinema o la TV quel mostro sacro di Stephen King questi è sicuramente Mike Flanagan, non solo attraverso le versione cinematografiche delle sue opere, come in Il gioco di Gerald (2017) e Doctor Sleep (2019), ma anche quando sceglie soggetti e/o racconti in modo di poter comunque continuare a raccontare non solo l'orrore ma anche la vita proprio come lo scrittore che tanto ama e ammira, per esempio in Midnight Mass (2021), versione autoctona che omaggia Le notti di Salem e distribuita da Netflix, ma anche The Midnight Club (2022), La caduta della casa degli Usher (2023) da Poe o il ciclo The Haunting, sempre con Netflix, con il quale rivisita in chiave moderna classici del romanzo gotico come L’incubo di Hill House di Shirley Jackson e Il Giro di Vite di Henry James.
“La seconda vita inizia quando capiamo di averne una sola” Voltaire
È così anche per The Life of Chuck, vincitore del People's Choice Award al Toronto International Film Festival 2024, adattamento annunciato a maggio 2023 che traspone su schermo l'omonimo racconto presente in Se scorre il sangue, raccolta di storie brevi uscita in Italia nel 2020 per Sperling & Kupfer, e che lo vede anche in veste di sceneggiatore e montatore, un emozionante inno alla vita che ci invita a guardare dentro di noi per riscoprire ciò che conta davvero: l’amore, la memoria, la bellezza che si nasconde nel quotidiano e il tempo che passiamo con gli altri, conosciuti e non.
Una produzione di Intrepid Pictures, QWGmire e Red Room Pictures (con una distribuzione italiana di Eagle Pictures) e con la fotografia firmata da Eben Bolter, le musiche di John Andrew Grush e una colonna sonora firmata da Taylor Newton Stewart, con The Life of Chuck Flanagan si allontana dai consueti territori dell’horror per aprirsi invece a una forma narrativa più elegiaco, sospeso tra l’apocalisse e un’intimità più introspettiva non cerca la suspense quanto piuttosto ciò che resta dopo (l’apocalisse) che ce ne siamo andati.
“E’ meglio essere protagonisti della propria tragedia che spettatori della propria vita” Oscar Wilde
Un po' storia di fantasmi, un po' racconto di formazione, un po' musical e un po' storia tra la fantascienza e la metafisica (!), The Life of Chuck è un racconto di speranza diviso in tre atti che procedono a ritroso apparentemente scollegati tra loro che, però, messi insieme compongono il ritratto intimo e sorprendente di un uomo qualunque al centro però di qualcosa di straordinario: la sua stessa vita e la sua essenza di essere umano.
Il punto della storia sta tutto qui, nel ritrovare la giusta proporzione di ciò che, per quanto grigia o terribilmente (noiosa?) convenzionale, una persona è nella sua piccola straordinarietà, affidandosi a una narrazione fuori campo (in originale appartenente a Nick Offerman) che, benché talvolta risulti invadente, contribuisce a conferire un tono favolistico alla storia.
“Non si vive neppure una volta” Karl Kraus
L'ottimo cast comprende un bravissimo Tom Hiddleston nei panni di Charles“Chuck” Krantz adulto, Jacob Tremblay che lo interpreta da ragazzo, Chiwetel Ejiofor, Karen Gillan, un sorprendente Mark Hamill, Mia Sara, Matthew Lillard, Annalise Basso, Kate Siegel e molti volti, noti e no, del cinema indipendente e/o seriale per una pellciola che è soprattutto un’opera corale.
VOTO: 7
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