Regia di Luca Guadagnino vedi scheda film
After the Hunt - Dopo la caccia (2025): Julia Roberts, Andrew Garfield
Sto guardando "After the Hunt" e, continuamente, mi assilla un paio di domande. Un tormento mi frulla in testa ad intervalli ormai regolari. A che cosa sta giocando la giovane Maggie? O, per essere più precisi, cosa può mai guadagnare dal gioco di potere che ha scatenato? Che cosa vuole?
La festa in casa Imhoff permette di conoscere da vicino i protagonisti del rompicapo e le reciproche relazioni. Alma ed Hank sono docenti presso la facoltà di filosofia a Yale. Sembrano affiatati. Troppo per Frederik, il marito di lei, che annusa, tra i fumi dell'alcol, la puzza di adulterio. Un tipo guardingo, Frederik, abituato a scrutare nell'animo umano per via della sua professione.
Maggie, giovane, nera, lesbica, sembra sfuggire alla macchina da presa. È difficile inquadrarla. Figuriamoci studiarne la personalità. Ma è evidente che tutto sia incentrato su di lei nonostante ci siano altri studenti nella stessa stanza e altri insegnanti tra cui la psicologa del campus, Kim. Una scoperta fortuita, l'alcool ed un passaggio in auto, completano il quadro.
I discorsi recitati intorno ad una coppia di divani, con un rosario di Glaincarn snocciolato con impressionante scioltezza dai presenti, portano alla scoperta di alcune dinamiche di facoltà. Alma ed Hank concorrono per la stessa cattedra. Uno di loro ne uscirà sconfitto. Se vince lei si dirà che è stata favorita, a parità di titoli e studi, grazie ai tempi che corrono in cui le donne sono avvantaggiate dall'atmosfera "polically correct" creata dal movimento #MeToo. Se vince lui sarà il classico uomo bianco a far valere i propri attribuiti in un mondo accademico prettamente maschile.
Torno alla domanda precedente. Maggie è furba o sprovveduta? Vuole quindici minuti di gloria? A che scopo? È solo una studentessa. Invero non particolarmente brillante. Non può ambire ad una cattedra d'insegnamento o ad altra carica accademica. Nemmeno uno stage. Non ha bisogno di eliminare la concorrenza con qualsiasi mezzo. È ricca abbastanza da prendersi la laurea per puro diletto. Non è motivata come coloro che vengono dal basso. Se il professor Gibson l'ha davvero molestata, ci si chiede il perché lei l'abbia invitato ubriaco in casa sua, in assenza della compagna, e perché non sia corsa in un pronto soccorso per avere una prova inconfutabile della violenza.
Hank, d'altro canto, l'ha davvero molestata? Ha preso fischi per fiaschi dopo aver ricevuto l'invito ad entrare ed il bicchiere della staffa?
Il film va avanti e mentre mi sento in obbligo di dipanare una matassa ingarbugliata, non sapendo se mente la ragazza oppure il professore, continuo a chiedermi se la studentessa c'è o ci fa. Mi sento come Alma, diffido di tutto e di tutti. È possibile che Maggie, infatuata della sua insegnante, voglia spingersi tanto oltre, fino a mentire, per vendicarsi del sentimento respinto dalla sua insegnante, per altro mai davvero palesato?
Il pendolo oscilla ora da una parte ora dall'altra con Alma costretta a voltarsi ininterrottamente a destra e a sinistra. Ed io con lei. Ho il torcicollo.
Forse non è così importante sapere la verità assoluta ed il film mi chiede solamente di sentire le verità relative di ciascuno dei protagonisti. O forse Maggie è così analitica ed arrogante, nel formulare i suoi obiettivi, da approfittare della situazione (il presunto stupro ed il pezzo di giornale rubato) per intavolare un esperimento sociale che coinvolge le vite di tre persone, compresa la sua. Un lavoro più consono ad un sociologo che ad una studentessa di filosofia, mi verrebbe da dire.
Per una volta l'odiato intervallo cade a fagiuolo. Lo sfrutto per schiarirmi le idee e raccapezzarmi tra mille e noiose chiacchere che piaceranno ai soli docenti di filosofia presenti in sala. Probabilità rasente lo zero visto il numero esiguo di pervenuti. Siamo solo in sette. Poi mi chiedo se valga la pena partecipare in prima persona, come cavia, ad un esperimento sul campo, sempre che di quello si tratti.
Un esperimento che conduce all'analisi comportamentale degli attori a cominciare da Alma, le cui mezze verità sono conosciute solamente dalla ragazza afroamericana.
After the Hunt - Dopo la caccia (2025): Ayo Edebiri
Se l'esperimento, continuo a chiamarlo così, mira a portare a galla i comportamenti di ciascuno, le discriminanti sessuali e di genere, le ipocrisie strutturali dell'organo universitario, allora è ben riuscito quanto pericoloso. Hank viene silurato senza processo, Maggie ha il suo momento di gloria, Alma si chiude a riccio per proteggere se stessa e la propria privacy.
Ma se questo film è figlio del #MeToo mi chiedo quale sia il suo scopo. Dimostrare che una giovane donna nera non ha le stesse opportunità di una bianca? Che le donne non hanno le stesse opportunità degli uomini? Niente di nuovo. O forse la sceneggiatrice Nora Garrett vuole mostrarmi come certe donne vittime del patriarcato continuino ad essere psicologicamente assoggettare ad esso anche se la vita ha sorriso loro regalando il successo professionale che molti non raggiungono?
Alma è stata stronza in gioventù per colpa sua o dell'uomo che l'ha sedotta? Benché Frederik tenti di giustificarla penso che abbia una percentuale di colpa e che la stessa sia rimasta impunita. Alla fine della fiera diventa pure preside mentre Hank fa una brutta fine. Non meritavano entrambi la stessa sorte? Non è che il #MeToo stia abbandonando il sentiero battuto per ergersi a nuova forma di patriarcato?
Mi sembra che "After the Hunt" si dilunghi in un mare di ma e di se, di tesi e controtesi. Non capisco dove voglia andare a parare.
Si allontana dal dimostrare la propria tesi? O non ne ha mai avuta una. Il finale è assurdo. Alma e Maggie di nuovo "ci ci co co" si trovano per un drink. Cosa manca ad Alma? La felicità? Ma è quello il tema del film? Dirmi che Alma è ancora innamorata di un uomo che l'ha sedotta da ragazzina?
Il film è finito. Adesso mi ronza un'altra domanda? Ma in questa espressione cinematografica dove sta la variabile Guadagnino? Julia Roberts è sempre seducente, il film è elegante ed impeccabile. Certo. Ma è anche un'eccessiva e tediosa vetrina di "varianti" comportamental-sessuali" che finiscono per rendere sempre più distante la lotta per la parità tra gli esseri umani aumentando la stizza dell'elettorato trumpista. Mi sento di dire che "After the Hunt" finisca per pisciare contro vento. Finirà per essere ricordato per la prima volta di Julia Roberts al Lido. Un po' meno per il suo contenuto tendente a pontificare il politically correct e crocifiggere le donne che, ottenuto una qualche forma di potere, diventano vistosamente conservatrici.
Ma forse, come Hank, anch'io ho preso fischi per fiaschi e non ho compreso le tediose lezioni di filosofia e il taglio improvviso gridato dal regista sulla banconota da venti lasciata su un tavolo vuoto... Se non smetto di pensare fra un po' salta fuori che per soldi si fa tutto, persino organizzare il proprio viaggio d'andata e ritorno all'inferno. Alma l' ha fatto davvero. La presidenza lo dimostrerebbe. È lei ad aver vinto. La ragazzina ha abboccato ed il rivale è stato annientato...
Guadagnino, stavolta mi hai letteralmente mandato in pappa il cervello.
After the Hunt - Dopo la caccia (2025): Julia Roberts
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