Regia di Ferzan Özpetek vedi scheda film
Prima di analizzare questo "Diamanti", è bene partire dai dati del box office che, con circa 15 milioni di euro, ne fanno uno dei film di maggior successo della stagione nel nostro paese. Ferzan Ozpetek è un regista che ormai ha un suo pubblico ben identificato, pronto ad accorrere nelle sale se lui propone un prodotto come "Diamanti" che giustamente fa un omaggio accorato alle donne, che propone riflessioni metacinematografiche, che porta in scena ben 18 attrici, di cui alcune già sue muse, altre nuovi acquisti della sua factory, alcune dive, altre emergenti.
Tuttavia, viene da chiedersi se questa operazione abbia un reale spessore culturale ed artistico, poiché il regista turco-romano ormai sembra strizzare continuamente l'occhio al suo pubblico affezionato e sembra muoversi in una direzione un po' troppo rassicurante, per non dire "commerciale", comunque meno stimolante e creativa rispetto a quanto ci fece vedere in pellicole come "Le fate ignoranti", "La finestra di fronte" o "Mine vaganti". Qualcuno paragona questo gineceo di sarte costumiste e imprenditrici a quelli altrettanto variopinti di Almodovar, peccato però che l'universo poetico del collega spagnolo resti sempre più autentico, conflittuale e problematico di quello un po' troppo alla volemose bene di Ozpetek, levigato e di impatto drammatico ormai piuttosto risaputo.
Le storie parallele abbracciano diverse sfaccettature dell'universo femminile, dei rapporti uomo/donna e di famiglie talvolta disfunzionali, della dedizione al lavoro in una grande sartoria romana che ricorda un po' Tirelli, specializzata in costumi per il cinema, ma la sceneggiatura di Ozpetek e di due colleghe resta un po' troppo in superficie in molti dettagli, manca di un pizzico di sana cattiveria ed è un po' troppo "piaciona" nei confronti delle aspettative del pubblico, inserendo poi scene con il regista e le attrici nella parte di loro stessi che non aggiungono prospettive particolarmente originali, dunque alquanto ininfluenti. Si apprezza almeno il cast, con una direzione degli attori che rimane uno dei punti fermi delle regie di Ozpetek, in particolare con le due protagoniste Luisa Ranieri e Jasmine Trinca che conferiscono tratti credibili e sfumature abbastanza convincenti alle due sorelle proprietarie della sartoria. Non è possibile qui esprimersi sulla resa di ogni membro del cast, tuttavia si apprezzano gli innesti comici di Geppi Cucciari come il "vaginodromo", una Carla Signoris che fa un elogio appassionato del teatro contro il cinema, una Vanessa Scalera come costumista apprensiva e un po' sopra le righe. Fin troppo ruffiana invece la breve parte di Mara Venier e non lontano dalla tipica maniera della sua recitazione il regista di Stefano Accorsi.
Nel complesso senza infamia e senza lode, il film ha avuto un grande successo che può essere recepito come un segnale di fiducia verso il nostro cinema, ma non può venire compreso fra le nostre produzioni più memorabili degli ultimi anni.
Voto 6/10
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