Regia di Scott Beck, Bryan Woods vedi scheda film
Heretic è un thriller psicologico intenso, con Hugh Grant in un ruolo oscuro e manipolatorio. Un film che esplora il controllo mentale attraverso la religione. Grant è magnetico: controllato, sottile, mai sopra le righe.
Heretic (2024): locandina
Heretic è uno di quei film che non urlano, ma ti lasciano addosso il silenzio tagliente del disagio. Nessun demone, nessun jumpscare. Solo persone. Idee. E un controllo mentale che gela il sangue. Il fulcro di tutto? Hugh Grant, in quello che possiamo tranquillamente definire il ruolo più sorprendente e potente della sua carriera.
Heretic (2024): Hugh Grant
Interpreta Mr.Reed, un uomo apparentemente gentile che si rileva un manipolatore psicologico capace di smontare pezzo dopo pezzo la fragile fede di due giovani missionarie. Ma non è lui il mostro. Il vero "orrore" sta prima di lui: nella religione che ha allevato quelle ragazze come soldatini obbedienti, incapaci di mettere in discussione ciò che hanno sempre creduto.
Reed non è solo cattivo. E' disturbato e lucido allo stesso tempo. Non si limita a tormentare: vuole impartire una lezione. E lo fa con il sadismo raffinato di chi gode nel distruggere le certezze altrui. Non si vede mai fuori controllo, non urla. Ti fa a pezzi con le parole e con lo sguardo. E in certi momenti ti ritrovi persino a capirlo. E' li che il film ti frega.
Heretic (2024): Sophie Thatcher, Chloe East, Hugh Grant
La regia è solida, asciutta, claustrofobica. Ma è Grant che ruba la scena: con cambiamenti espressivi chirurgici, passa da accogliente a glaciale in un attimo, senza perdere credibilità. E' un predatore col sorriso stampato in faccia. E ti incolla allo schermo.
Heretic non vuole far paura nel senso classico. Vuole far pensare. E riesce a mettere in discussione molto più di quanto sembri: la fede, la colpa, il libero arbitrio. Ti lascia con il dubbio addosso, e stavolta non è facile scrollarselo di dosso.
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