Regia di Paolo Costella vedi scheda film
Nella sala d'aspetto di uno psicanalista si ritrovano sei persone sofferenti di diversi disturbi: una maniaca della simmetria, una germofobica, un tourettico e via dicendo. L'ansia è già alta così, ma è destinata a crescere ulteriormente quando la segretaria del dottore rivela che i sei pazienti si sono trovati lì insieme per un errore di calendarizzazione degli appuntamenti e che il dottore non verrà perché non è neppure in città. I sei malcapitati tentano così un esperimento di terapia di gruppo in autogestione.
Sei malati mentali in cerca di uno psichiatra. Poteva essere un titolo più azzeccato per questo film, sia per rispetto verso i contenuti che per l'appeal che avrebbe potuto avere sul pubblico, ma si è preferito non rischiare troppo puntando sulla formula della 'terapia di gruppo' che ha già dato il titolo a svariate pellicole, aggiungendo un banale e anonimo quanto insensato articolo indeterminativo 'una' in apertura. Insomma: già il fatto che delle persone con sintomi così evidenti e da manuale esistano, è una chiara provocazione nei confronti di chi di certi malesseri e di certe malattie soffre; ma la provocazione arriva all'eccesso quando si scopre, nel giro di un'oretta e mezza, che tutti quei disturbi di origine psichica sono facilmente curabili con un paio di risate in compagnia. E, a voler chiudere adeguatamente questo tipo di analisi, non si capisce neppure perché un tourettico conclamato e un maniaco dei calcoli (oltre agli altri della compagnia, va da sé) dovrebbero recarsi da uno psicoterapeuta e non da uno psichiatra, come giustamente si osservava nell'incipit di questo testo. Un brutto pasticcio dunque, questo Una terapia di gruppo, seconda regia in meno di dodici mesi (insieme a Storia di una notte, 2024) per Paolo Costella, che di interessante può vantare solo un cast composto da nomi celebri del piccolo e del grande schermo nostrano: Margherita Buy (e figurati se a fare la parte della nevrotica non ci mettevano lei), Claudio Bisio (che interpreta tutti i personaggi allo stesso, identico modo, sopra le righe: inutile dire che il suo tourettico è quanto di più farlocco immaginabile), Valentina Lodovini, Claudio Santamaria, Leo Gassmann, Lucia Mascino e Ludovica Francesconi. Naturalmente l'intento di partenza nella sceneggiatura di Lara Prando e Michele Abatantuono, che ripesca quella di Toc toc (2017, regia dello spagnolo Vicente Villanueva), era quello di mostrare un catalogo delle follie e dei tic della contemporaneità: platealmente fallito. 2/10.
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