Regia di Alejandro Amenábar vedi scheda film
Il prigioniero (2025): locandina
TFF 43 : FUORI CONCORSO
Nel 1575, il futuro scrittore, poeta e drammaturgo spagnolo Miguel de Cervantes (JulioPena Fernandez) si trova ad Algeri ove, assieme a molti altri cittadini del bacino del Mediterraneo degli stati dell'attuale Europa, viene tenuto in ostaggio in attesa che qualcuno paghi il, riscatto, o eventualmente in attesa di essere ceduto come schiavo a qualche nobiluogo del deserto.
Segregato tra le mura del castello del governatore della città fortificata, il soldato, già dotato di grande favella e svuppate capacità di retorica, riuscirà ad attirare l'attenzione del Bajà Hasan, di parziali origini italiane (Alessandro Borghi), che in seguito, non indifferente nei confronti della bellezza maschile, finisce anche per invaghirsi del suo prigioniero, oggettivamente di piacevole presenza, oltre che di sviluppate capacità relazionali, saprà approfittare della situazione per trarre in salvo se stesso ed altri compagni di sventura, riuscendo assieme a far ritorno alle rispettive terre native, dopo sofferenze e vicissitudini notevoli.
Il prigioniero (2025): Julio Peña, Alessandro Borghi
Il prigioniero (2025): Julio Peña
Le avventure giovanili del futuro autore di Don Quijote de la Mancha, vero e proprio precursore dei più clamorosi "bestsellers" del nostro tempo, sono narrate da Alejandro Amenabar attraverso una ricostruzione piuttosto sontuosa di ambienti e situazioni, purbtrincerate per gran parte In ambienti chiusi legati allo stato di prigionia del dinamico protagonista.
Poi, di tanto in tanto, le riprese del noto ed apprezzato regista iberico prendono il volo e spaziano tra ricostruzioni di abitati ed interi quartieri cittadini di una brulicante e vitale Algeri, entro cui si muovono personaggi di fatto piuttosto stereotipati e adeguatamente modetnizzati Attraverso dialoghi non proprio rispettosi dei tempi e delle situazioni.
Il prigioniero (2025): Julio Peña
Il prigioniero (2025): Alessandro Borghi
Ancora, se si intende ancora infierire, certe capigliatura ostentatamente moderne, prima fra tutti quella che orna il volto d ed l protagonista, certi sorrisi smaglianti che svelano dentature imbarazzanti ed inverosimili per quei tempi lontani ed accidentati, non si rivelano altro che puerili ed evitabili ingenuità.
Nonostante i fasti, la presenza carismatica di un Alessandro Borghi indotto ad imparare rapidamente lo, spagnolo ma ugualmente credibile, ed un protagonista sin troppo aitante e sexy (un ispirato Julio Pena Fernandez, che pare il sosia di Joseph Fiennes), il film, sontuosa coproduzione Italo-spagnola, si rivela un carrozzone di poco pathos, che ricorda certe fiction televisive o da fruizione seriale by streaming, in cui fascino e credibilità storica diventano un inutile miraggio.
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