Espandi menu
cerca
Il seme del fico sacro

Regia di Mohammad Rasoulof vedi scheda film

Recensioni

L'autore

axe

axe

Iscritto dal 23 marzo 2010 Vai al suo profilo
  • Seguaci 30
  • Post -
  • Recensioni 1551
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il seme del fico sacro

di axe
8 stelle

Iman, giudice istruttore, ha ottime prospettive di fronte a sè; giovane, ambizioso, potrebbe raggiungere i livelli più alti delle gerarchie giudiziarie iraniane, con benefici per sè e la famiglia. Di ciò è consapevole la moglie Najmeh, la quale lo asseconda ed incoraggia, anche entrando in contrasto con le figlie Rezvan e Sanà, studentesse, sostenitrici della contestazione nell'ambito dei moti popolari che sconvolgono Teheran a seguito della morte della giovane Mahsa Amini. I rapporti in famiglia si deteriorano progressivamente, fino al precipitare degli eventi, coincidente con la sparizione, tra le mura domestiche, di una pistola asseganata ad Iman per difesa personale. Il regista iraniano Mohammad Rasoulof racconta la sua nazione dando atto della nefasta influenza esercitata dalle politiche del regime sugli individui. I membri della famiglia di Iman hanno aspirazioni del tutto normali, comuni a quelle di milioni di altre persone. Affermarsi nel mondo del lavoro, migliorare la propria condizione, vivere serenamente con i congiunti, amare, essere liberi. Le giovani Rezvan e Sanà, come tutte le ragazze della loro età, vorrebbero esprimere la propria sensualità, i sentimenti; mostrare il loro corpo, nel fiore degli anni. Guardano con fiducia verso il futuro, nonostante le imposizioni che subiscono sin da bambine, a causa delle regole forgiate su misura di chi sfrutta la religione per comprimere diritti riconosciuti quali inalienabili in buona parte del mondo. Alla notizia dello scoppio dei disordini, nei quali è coinvolta una loro amica, seppur senza prendervi direttamente parte, esse si schierano contro il governo, non per motivi politici o religiosi, bensì perchè a ciò le spinge il naturale desiderio di libertà. La mamma, Najmeh, ha il suo daffare per tenere a bada le ragazze, entrando spesso in conflitto con loro; ella, infatti, teme che le idee progressiste prendano piede intralciando il percorso lavorativo del marito Iman. La posizione di Najmeh è controversa; ella comprende il male fatto dalle imposizioni di regime ed inizialmente lo ignora, rispettando le regole dello stesso. Asseconda  e protegge il marito, sia per affetto verso l'uomo, sia perchè convinta che gli avanzamenti di carriera di Iman porteranno lustro e benessere economico all'intera famiglia. Un'istanza tipicamente ... borghese. Ma il racconto non è ambientato in un Occidente laico e moderno; il marito fa carriera sulla pelle altrui. L'essere parte del sistema giudiziario iraniano lo rende complice dei boia di regime. Non è un malvagio; il suo livello culturale gli consente di comprendere quanto male rechi il suo lavoro. Ma, l'ambizione prima e l'abitudine ad obbedire poi, prevalgono sugli scrupoli di coscienza, ed egli prosegue imperterrito. Perde, tuttavia, la stima di sè, la serenità, la tranquillità. Il suo nome ed il suo operato sono noti alle organizzazioni di dissidenti; le narrazioni delle sue gesta circolano sul web. Nonostante le censure del regime, giungono a conoscenza delle figlie. Uno stato di cose che non può durare; le tensioni interne alla famiglia deflagrano nel momento in cui Iman non trova più una pistola, consegnatagli dalle autorità per autodifesa. Il sospetto cade sulle figlie, sulla moglie. Nonostante esse si dichiarino innocenti, egli, ormai abituato ad essere un inquisitore spietato, non crede loro. Le conduce lontano da Teheran, in una grande e semiabbandonata casa di campagna, prossima alle rovine di un villaggio. Qui applica a danno delle donne della famiglia le tecniche apprese in tribunali e posti di polizia iraniani. Per Iman è la rovina definitiva. Nel personaggio, interpretato da Missagh Zareh, convivono due coscienze; una prima, positiva, legata alla famiglia ed all'impegno sul luogo di lavoro, è lentamente avvelenata ed infine uccisa da una seconda, alimentata dalla malvagità del sistema giudiziario iraniano. Per il severo giudice istruttore Iman, indagati ed imputati non sono persone; sono numeri, pratiche da chiudere nella maniera più rapida e sbrigativa possibile. Iman non giudica; Iman condanna, a volte con motivi pretestuosi, a volte senza motivi. Ed il numero di "pratiche" è in costante incremento. Il regime traballa sotto le proteste e si difende spietatamente, in spregio alle più elementari regole dello stato di diritto. Oppositori assassinati per strada; rapiti. Fatti sparire. Una sorte che il folle e nevrotico Iman vorrebbe infine riservare alle "sue" donne, colpevoli ai suoi occhi per prima cosa di ... essere donne; poi, di aver sottratto la pistola; infine di non essere sottomesse alla sua autorità. Il ritmo del racconto è inizialmente lento. Il regista, costretto a prediligere gli interni per motivi di censura, descrive le dinamiche che regolano i rapporti tra i membri della famiglia di Iman ed il mondo esterno; le reazioni alle proteste di piazza, mostrate nella loro crudezza con piglio documentaristico; al tempo stesso, la lenta "corruzione" dello spirito del protagonista. La seconda parte del racconto è più vivace; la tensione sale di molto e, al tempo stesso, l'angoscia. Tutto quanto vediamo sullo schermo, non è un'esagerazione del regista; è realtà. Come altri registi, Mohammad Rasoulaf è molto bravo nel dar conto non solo delle profonde lacerazioni, ma anche dei contrasti che animano la società dell'Iran di oggi, una nazione moderna il cui popolo condivide con l'Occidente le stesse prospettive ed ambizioni, duramente frustrate dall'oscurantismo del regime, solerte nel negare, in nome della religione, libertà che noi diamo per scontate e protagonista di violente repressioni contro il sempre più esteso dissenso. Nulla di nuovo (purtroppo) sull'Iran contemporaneo, ma ben raccontato; emozionante, segnante.  

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati