Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Maestoso film del Maestro Martin Scorsese, antico ma indistruttibile Faro nella landa desolata e desolante che è il Cinema Hollywoodiano di oggi, più che mai piegato a logiche meramente commerciali (come prova il continuo vomito di cinecomic fin troppo osannati nonché esageratamente patriottici).
"L'America è nata nelle strade" dice la locandina italiana dal film. Ma quello che Scorsese vuol fare notare è che quelle strade sono state più e più volte allagate di Sangue, e nessuno è innocente di questi oceani di sangue versato. Perciò i protagonisti, come già nel passato del Regista, non sono divisi manicheamente in "buoni" o "cattivi" (non importa quali sfumature oscure o chiare abbiano). Qui tutti i/le protagonisti/e sono "orribili", non si salva nessuno: Bill the Butcher (un magnifico Daniel Day-Lewis) è un razzista crudele e spietato, Jenny (una sorprendente Cameron Diaz) è una ladra e una prostituta con poco rispetto per sé e per gli altri (per metà film tratta Amsterdam come una vera merda); nemmeno il 'protagonista' Amsterdam Vallon (interpretato da Leonardo Di Caprio, decisamente migliore che in "Titanic") è un eroe, ma, anzi, approfitta della protezione e dell'affetto paterno di Bill per ordire la sua vendetta per l'uccisione del padre, il Prete (Liam Neeson, che in pochi minuti costruisce un personaggio ottimo, diviso tra fede e violenza). E così via, passando per tutti i personaggi di contorno: Johhny (Henry Thomas, ieri bambino di "E.T"., ora attore interessante) tradisce l'amico Amsterdam spinto probabilmente dalla gelosia; Monk (il mitico Brendan Gleeson, qui senza barba) è un irlandese che prima combatte solo se pagato e poi accetta la carica di sceriffo ottenuta con clamorosi brogli (la scena del cooping è a dir poco fantastica); lo sceriffo Mulraney (ottimo John C. Reillly) è corrotto e pure voltagabbana, e così via (c'è pure un prete combattente che all'amore di cristo preferisce regalare una tremenda botta in testa). Ma alla fine tutti questi personaggi, per quanto fastidiosi e poco (o per nulla) condivisibili in azioni e idee, sono comunque comprensibili nelle motivazioni: Amsterdam alla fine vuole solo rendere giustizia a suo padre, e stando insieme a Bill impara a rispettarlo quasi come un secondo padre, per questo soffre enormemente dopo il discorso in camera da letto, con Jenny vicina che ascolta, fingendosi addormentata; Jenny è vittima della miseria, e ama sinceramente Amsterdam, tanto da rimproverarlo per essere l'unico dei Five Points che non si è scopato (poco prima che i due facciano sesso, dopo aver "festeggiato" il suo salvataggio di Bill); Bill, infine, ha un senso dell'Onore degno di assoluto rispetto, e nonostante odi gli irlandesi (e gli immigrati in generale, aggiungendo pure i neri), ne accoglie un buon numero nella sua 'gang', nutrendo un amore paterno verso il figlio del suo più onorevole nemico, prima di scoprirne la vera identità (e l'agnizione provocherà un'incazzatura piuttosto forte, perché rappresenta un insulto alla sua fiducia) . Gli unici personaggi che Scorsese non sopporta sono i politici, e in particolare Tweed (Jim Broadbent, anche lui grandissimo attore): questi signoroni, infatti, sono la vera feccia dell'Umanità, perché interessati unicamente al proprio benessere e al proprio successo, insensibili alle sofferenze e ai bisogni della gente comune e dei miserabili, da loro contati soltanto in 'qualità' di voti (Tweed passa da Bill a Vallon non appena si rende conto che quest'ultimo è in grado di dargli un consenso elettorale maggiore del primo).
Nella battaglia finale, dove le sommosse dei poveri contrari alla leva (che colpiscono la popolazione nera, e perciò non condivisibili) si sovrappongono allo scontro finale tra i Conigli Morti di Vallon e i Nativi di Bill, il maggior numero di vittime, 'raggiunto' anche grazie al ricorso ai cannoneggiamenti, è mietuto dagli sbirri inviati dal potere, dallo stato codardo e brutale, confermando la totale sfiducia di Scorsese nei confronti del governo, e non a caso, secondo me, il film è uscito (seppure pensato da molto tempo addietro) durante il terribile periodo del governo di Bush jr. (tra l'altro eletto, sembra, grazie a dei pesanti brogli elettorali, presenti anche nel film). E la Guerra di Secessione potrebbe, più o meno forzatamente, essere letta in parallelo alla guerra bushista (sostenuta anche dallo stato italiano saldamente in mano al Berlusca) in Iraq: in entrambi (ma non solo) i conflitti una scusa filantropica (nell'800 la necessaria abolizione della schiavitù, nel 2000 la lotta al terrorismo) viene adoperata propagandisticamente dal governo per poter sfruttare militarmente ed economicamente le già provate masse povere, buttando i popoli in guerre che risultano positive solo per la borghesia e la classe imprenditoriale (nonché per i mercanti d'armi e la malavita organizzata):
Con questo film Scorsese firma, se non un Capolavoro (quelli li ha già fatti e anche tanti in passato) uno dei migliori film usciti in questo nuovo Millennio, dove l'abilità e la poetica artistica del Maestro si sente eccome, basti vedere le seguenti scene memorabili (vi avverto che l'elenco è disordinato e piuttosto prolisso, quindi se volete saltarlo, fate pure):
Anche nella messa in scena delle uccisioni Scorsese mostra ancora la sua bravura: la morte arriva brutale, senza ralenty inutili: si pensi all'uccisione del neoeletto sceriffo Monk, ma anche alla morte iniziale di Priest Vallon (dove il ralenty per mostrare il colpo è funzionale) e quella finale di Bill, che se da un lato riescono a dire le ultime parole dopo essere stati feriti mortalmente, dall'altro il momento della morte vera (quando, cioè, vengono "finiti") è rapida.
Oltre che per la sempre impeccabile Regia e il Cast di prim'ordine, l'Opera brilla per la straordinaria scenografia della coppia italiana Ferretti-LoSchiavo, che ricostruisce una New York ottocentesca credibilissima (pur con qualche falso storico, ma in un'Opera d'Arte ciò è inevitabile) interamente a Cinecittà (qualche struttura pure rimasta e viene riutilizzata); la colonna sonora, poi, è a dir poco memorabile, sia nel tema composto dall'eccellente Howard Shore (storico collaboratore di Cronenberg e autore delle musiche della trilogia de "The Lords of the Rings") che nei vari brani del già citato Gabriel, Jocelyn Pook e la stupenda canzone finale "The Hands That Built America" degli U2.
Dunque, un'opera di altissimo livello da vedere assolutamente, che provoca (almeno per me) la seguente riflessione: ma perché non producono/distribuiscono più film come questo invece di proporre cagate stupide e reazionarie come quelle sottospeci di "filmini videoludici" diretti da quell'infame di Bay?
P.S.: Riguardando i titoli di coda, ho notato che, conclusa la canzone degli U2, la traccia sonora riproduce i suoni e i rumori della New York contemporanea!
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