Regia di Leigh Whannell vedi scheda film
Wolf Man (2025): locandina
Universal Pictures, coadiuvata da Blumhouse, riesuma uno dei suoi storici mostri, l'Uomo lupo, affidando la regia di questo nuovo Wolf Man a Leigh Whannell. Il regista australiano, celebre in tutto il mondo per aver ideato, insieme a James Wan, le saghe horror di Insidious e Saw, scrive la sceneggiatura insieme a Corbett Tuck, inventando una storia dalle premesse anche interessanti. Blake (Christopher Abbott) è un amorevole padre di famiglia il cui matrimonio sta andando in crisi. Un giorno, viene informato della morte del genitore, il quale risiedeva in una casa sperduta tra i monti dell'Oregon. Blake, intenzionato a sistemare la proprietà, coglie l'occasione per riallacciare il rapporto con la moglie Charlotte (Julia Garner), proponendole una gita fuoriporta insieme alla loro bambina (Matilda Firth). Lungo la strada, però, vengono tutti aggrediti da una misteriosa creatura che riesce a ferire Blake al braccio. Rifugiatisi nella casa, i tre dovranno lottare contro l'orrore che si nasconde tra i boschi, mentre Blake sarà presto protagonista di un'inquietante trasformazione.
Wolf Man (2025): Matilda Firth, Julia Garner
Wolf Man (2025): Christopher Abbott, Julia Garner, Matilda Firth
Ora, Whannell è un valido regista e lo dimostra girando un prologo molto convincente. I primi minuti della pellicola sono, infatti, molto ben costruiti. Si intravede la minaccia, si crea la giusta atmosfera e la curiosità viene solleticata al punto giusto. Peccato che il resto del film non sarà mai più a quel livello. Nel momento in cui Wolf Man entra nel vivo dell'azione, emergono inevitabilmente tutte le sue debolezze. Il tema del doppio pericolo, interno ed esterno all'abitazione in cui hanno trovato riparo i protagonisti, poteva e doveva essere il cavallo di battaglia della narrazione e della tensione, complice il fatto che il mostro da cui scappare è una persona cara. Purtroppo, il film non riesce a rendere concreto il terrore, fatica a spaventare e scivola lentamente nel banale. Non solo non si teme mai davvero per la vita dei personaggi ma la trasformazione da uomo a licantropo somiglia più ad una lenta agonia che non allo sbocciare di una mostruosità, come invece dovrebbe essere. Il calibrato uso della fotografia, il comparto sonoro e il ricorso a effetti speciali simil-body horror non bastano né a inquietare né a intrattenere veramente. Tutto appare sciatto, insipido e perfino noioso. Non aiuta la recitazione degli attori, con un Christopher Abbott poco carismatico e due attrici che si limitano a fare il minimo indispensabile. A dirla tutta, poi, nessuno dei protagonisti suscita realmente empatia.
Wolf Man (2025): Christopher Abbott
Oltre a zoppicare sul piano dell'orrore, Wolf Man fallisce anche negli intenti comunicativi. Il film vorrebbe parlare del rapporto genitore-figlio, di cosa significhi prendersi cura di chi si ama, ma non ha la forza per farlo, nonostante sembri provarci in alcuni momenti. Il tema della genitorialità, in fin dei conti, è poco più che un abbozzo gettato in un angolo tanto per fare trama, non serve mai sul serio e, arrivati ai titoli di coda, sembra non esserci nemmeno mai stato. Il potenziale è così andato totalmente sprecato. Un vero peccato.
Wolf Man (2025): Julia Garner, Matilda Firth, Christopher Abbott
Il film di Whannell è un horror decisamente spento, con scarsi pregi e fin troppi difetti. L'Uomo lupo è una creatura affascinante e storica per un certo tipo di cinema e certamente non smetterà di apparire su grande schermo. Ci saranno sicuramente altre occasioni ma, per il momento, Wolf Man ha giocato male la sua.
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