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Il treno dei bambini

Regia di Cristina Comencini vedi scheda film

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La recensione su Il treno dei bambini

di orsotenerone
6 stelle

Tra Sud e Nord, un’Italia spezzata in cerca di futuro

Cristina Comencini porta su Netflix un film che riporta alla luce una pagina dimenticata della nostra storia: Il treno dei bambini, ispirato all’omonimo romanzo di Viola Ardone, racconta il fenomeno dei bambini del Sud trasferiti al Nord nel dopoguerra per trovare una vita migliore. È una storia importante, toccante, che merita di essere ricordata e condivisa.

Il film si appoggia su un cast di grande livello. Barbara Ronchi è, come sempre, perfetta: il suo accento emiliano, che non le appartiene, sembra invece parte integrante della sua identità. Serena Rossi offre un’interpretazione intensa, che richiama – in alcuni tratti – persino la potenza espressiva di una figura iconica come Anna Magnani.

Tuttavia, nonostante queste ottime interpretazioni, Il treno dei bambini non riesce a mantenere sempre la stessa forza narrativa. Il ritmo cala in diversi momenti, e il coinvolgimento emotivo, che dovrebbe crescere scena dopo scena, si affievolisce. È un peccato, perché il potenziale c’era — sia nella storia che nel cast — ma qualcosa, nella costruzione complessiva, sembra non incastrarsi a dovere.

Da segnalare, però, la bellissima fotografia: la Napoli povera, ferita, viene resa con grande realismo, mentre l’Emilia Romagna appare fin troppo ricca e prospera. Da spettatore del Nord, mi sento di dire che forse si è esagerato un po’ nella rappresentazione di questa opulenza: il dopoguerra era difficile per tutti, anche al Nord. Ma è innegabile che la distanza sociale e culturale tra le due Italie di allora venga evidenziata con efficacia.

Il treno dei bambini è un film “carino”, visibile, ma che forse non lascia il segno come avrebbe potuto. Manca quella potenza narrativa che un racconto così profondo avrebbe meritato. Nonostante tutto, resta un’opera utile, capace di accendere una riflessione su chi siamo stati — e su quanto di quella storia ci portiamo ancora dentro

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