Regia di Mauro Mancini vedi scheda film
Una sorta di Fight Club noir all’italiana, ma nella versione “potrei, ma non voglio” …
MANI NUDE.
Ammetto che di Mauro Mancini questo è il primo film che vedo, ma sinceramente se questo è il meglio che ha da offrire, potrebbe essere anche l’ultimo. Tratto dal romanzo omonimo di Paolo Barbato che secondo alcune indiscrezioni risulterebbe essere più crudo e cupo.
Un ragazzo benestante e scanzonato in discoteca viene prelevato a forza da due uomini e portato dentro il vano di un camion. Mentre quest’ultimo gira su se stesso si ritrova a combattere contro una persona ignota nel buio e nel panico più totale. Miracolosamente ne esce vittorioso ed esausto, ma sarà solo l’inizio. Tempo dopo si risveglia in quella che si presume essere una nave, viene tenuto prigioniero insieme ad altri più o meno come lui, viene costretto a diventare un combattente duro e sanguinario in duelli clandestini mortali per gente malavitosa e a ribattezzarsi “Batiza”. Ad organizzare gli allenamenti e gli incontri sono il suo allenatore/rapitore detto Minuto nonché il combattente più vecchio e il boss Amato. L’unico “amico” che ha è un altro combattente detto Puma con il quale si allena e condividono le loro esperienze passate. Tra molte botte da orbi, non detti e presunti trascorsi non rivelati la storia vedrà intrecciate le sorti di Batiza e Minuto sulla via della redenzione e del perdono.
Mani nude (2024): Alessandro Gassmann, Francesco Gheghi
Certamente il regista fa’ il suo dovere curando la fotografia, l’ambientazione, le scenografie e il trucco. Alcune sequenze non sono niente male, i combattimenti sono girati abbastanza bene con la giusta brutalità e gli attori, specialmente Alessandro Gassman e Renato Carpentieri, sono convincenti, idem per Paolo Madonna come Puma. Sicuramente la prima parte, nonostante un paio di forzature, riesce ad essere tanto coinvolgente quanto sporca grazie al sangue a fiotti, le condizioni cupe e selvagge ai limiti dei lager nazisti e alla rappresentazione della criminalità sulla tratta degli schiavi per puro intrattenimento perverso che vede gente danarosa in preda a scommesse dentro locali pubblici, luoghi lussuosi, teatri e persino in magioni private. In più è presente una precisa costruzione di rapporti tra i personaggi principali e una graduale ricerca sui loro trascorsi, specie tra i due protagonisti. Va’ anche concesso che il finale, in particolare gli ultimi secondi, lascia belli sospesi con una leggera suspense.
Mani nude (2024): scena
Purtroppo però più il film va’ avanti e più peggiora in quanto mancano le tensioni, non si scava abbastanza in fondo, le varie morti non lasciano sempre il giusto sgomento, i personaggi più di quello non hanno da dire, molte rivelazioni anche se volute e palesi sono troppo scontate, dalla seconda parte si cambia registro concentrandosi su Batiza e Minuto in una flemma sempre più melodrammatica, i rapporti di causa ed effetto sono sbilanciati, la decisione presa da Batiza dopo la svolta di trama non ha minimamente senso, così come sono forzate altre azioni da lui compiute. Inoltre Francesco Gheghi, nonostante abbia la faccia e il fisico giusti, è bello mediocre.
Mani nude (2024): Fotinì Peluso, Francesco Gheghi, Alessandro Gassmann
Per non parlare di alcune performance attoriali di Mucciniana isteria, ecco, quello è forse il vero pugno allo stomaco...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta