Regia di Franco Maresco vedi scheda film
Un film fatto per Bene (2025): locandina
VENEZIA 82 - CONCORSO
Si, Franco Maresco ha davvero fatto un film "per bene", parafrasando il suo titolo, già abilmente parafrasato.
Per bene indica quindi, sopra ogni altra accezione o simpatica allusione, il senso di esser tornato a cogliere appieno la verve che ha caratterizzato le sue prime, straordinarie, per mti irriverenti se non blasfeme prove di regia in coppia con Daniele Ciprì in pieni anni '90.
La circostanza di veder occupato il regista nelle riprese su un film biografico, omaggio e celebrazione della figura del grande ed istrionico attore teatrale Carmelo Bene (che sarebbe certamente entusiasta dell'arguzia con cui il regista lo associa al suo film), si conclude a film incompleto a cauda della improvvisa sparizione nel nulla del Maresco.
Un Maresco che si autodescrive come personaggio pieno di fisime, superstizioni, tic comportamentali ingestibili, e che lascia in braghe di tela il direttore di produzione, disperato a tentare di gestire la situazione col produttore Andrea Occhipinti (come spesso capita, non solo Maresco si mette in gioco col proprio personaggio, ma utilizza nomi e cognomi, facendo spesso apparire i personaggi citati almeno in esilaranti cameo).
Tutto questo divertente bailamme finisce per divenire il presupposto per far tornare sullo schermo i personaggi mostruosi che dal rivoluzionario è scandaloso Cinico TV, sono approdati con successo e insieme sconcerto al cinema, contribuendo a creare la fortuna e il disdegno dei benpensanti, nella rappresentazione di una Sicilia greve e primitiva, sconcertante quanto esilarante.
Il cinema per Maresco è, per sua stessa ammissione, creatività e voglia di farsi del male, autolesionismo votato ad un arte che vive di personaggi al limite della bestialità, consentendo all'autore di dar sfogo ad un estro che trova la sua ragion d'essere nella rappresentazione di una mostruosità che, alla fine dei conti, è nulla al confronto dei mostri e dei circhi (Marzullo & friends) che la televisione ci sdogana con scellerata e serena nonchalance.
Un film fatto per (Carmelo) Bene è un'opera spiritosa, divertentissima, irresistibilmente autocitazionista, summa di una idea di cinema che sopravvive alle polemiche e al fatuo berbenismo di chi si scandalizzava urlando vergogna ma invidiano sotto sotto tale genialità coraggiosamente esposta al pubblico ludibrio o sano, disincantato spasso.
Un film fatto per Bene (2025): Franco Maresco
Maresco osa l'incredibile, citando addirittura Bergman con un cameo irresistibile a cura di Antonio Rezza, e ci fa tornare ai tempi magnifici dello sconcertante e surreale Lo zio di Brooklyn del 1995, con la sua sequela di personaggi che uniscono bestialità a tenerezza.
Maresco fa tutto ciò restituendoci descrizioni di forme di follia che regredisce a stadi primitivi misti a manifestazione candida tenerezza in un mondo-discarica che trova eguali stilistici solo in poche altre occasioni autoriali, come nel caso del cinema ormai purtroppo un po' perso per strada degli altrettanto geniali Jeunet e Caro in quei medesimi stilisticamente assai fertili anni '90.
Maresco invece, grazie a questo film che surclassa la maggior parte degli altri spesso ben più pompati film scelti nel Concorso di Venezia 82, torna in scena con una ritrovata vitalità d' altri tempi, che non rinnega affatto il passato, anzi lo cita apertamente, lo ripropone trovando un modo geniale per conferirgli una sua ragion d'essere in un nuovo millennio ove la vera mostruosità si cela non tanto tra l'emarginazione ed il degrado, ma ben più addentro alla vita sociale di chi appare integrato ed in lizza per proclamarsi vincente ed arrivato.
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