Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film
Il film ci espone molto bene il margine che c'è tra mostro e uomo, mostrandoci la teoria che la vera mostruosità risieda nella mancanza di empatia e nell'incapacità di accettare le conseguenze delle proprie azioni. Il rapporto tra Victor e la sua creatura è un punto centrale della trama, e ci evidenzia come un rapporto padre-figlio segnato da abbandono e rifiuto possa modificare l'identità e le azioni di entrambi. La storia diventa una storia familiare sul trauma, e su come le ferite e le esperienze possano cambiare una persona. Viene sollevata anche la questione dell'etica scientifica, esplorando i rischi del progresso quando c'è responsabilità e consapevolezza delle proprie azioni. La creatura non è vista come un mostro vendicativo, ma come un essere che cerca disperatamente un'identità e un senso di appartenenza nel mondo, rappresentando la condizione dell'individuo che non ha chiesto di nascere e viene giudicato per la sua diversità. Mi sono informato, e ho scoperto che "Frankenstein" è un progetto che Guillermo del Toro ha coltivato per più di trent'anni, sedimentando le sue riflessioni attraverso altre opere. Il film riprende temi cari al regista, come i mostri visti come metafore di vulnerabilità e solitudine, presenti in film come "La forma dell'acqua" e "Pinocchio". Del Toro trae ispirazione dal romanzo di Mary Shelley, riprendendo la struttura narrativa a più voci e il cuore morale della storia, pur ribaltando il punto di vista. A differenza della versione brutale interpretata da De Niro in un precedente adattamento (che ho apprezzato molto), la creatura di del Toro è più vicina a un "freak" tormentato, con un aspetto influenzato dalla cultura fumettistica. Un'altra differenza importante rispetto al romanzo è l'enfasi mostrars sulla figura paterna di Victor, un uomo austero e violento che ha influenzato profondamente il suo carattere e il suo rapporto con la creazione.
Consiglio questo film, anche se non è un capolavoro, perché offre una una rilettura visivamente straordinaria e commovente del classico, focalizzandosi su una profonda esplorazione dei temi dell'umanità, del rapporto padre-figlio e della mostruosità, il tutto con l'inconfondibile estetica gotica e artigianale del regista. È particolarmente consigliato per i fan del regista e per chi apprezza un'interpretazione fedele al romanzo di Mary Shelley ma rinnovata.
Frankenstein (2025): Charles Dance, Christian Convery
Frankenstein (2025): Oscar Isaac
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