Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film
Soderbergh affronta una classica storia di fantasmi partendo da uno spunto registico semplice, ma radicale: la camera è la presenza sovrannaturale. Il film si caratterizza così come una messa in fila di brevi pianisequenza, stralci di vita familiare osservati da un intruso invisibile, fantasma o spettatore che sia, il quale riesce pian piano a ricostruire rapporti e ferite mai rimarginate di una famiglia americana.
Presence è un dramma mascherato da ghost story nel quale il regista si diverte a giocare con l'aspettativa del pubblico, sperimentando nelle riprese, riproponendo stilemi e cliché del genere (il trasloco in una nuova abitazione, lo specchio antico, il sovrannaturale che si manifesta nei cambi di tensione dell'elettricità) per poi rovesciarli e dare loro una nuova forza espressiva.
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