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Presence

Regia di Steven Soderbergh vedi scheda film

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La recensione su Presence

di CineMark
8 stelle

CM al Cinema (42)

 

 

 

Presence, diretto da Steven Soderbergh, è un thriller psicologico che lavora in sottrazione e costruisce la sua tensione a partire da ciò che non si vede, non si dice e non si spiega. Presentato al Sundance 2024, dove aveva già attirato l’attenzione per la sua struttura narrativa atipica, il film arriva ora al pubblico con la forza silenziosa dei progetti pensati con coerenza, eleganza e controllo.

La storia ruota attorno a una famiglia che si trasferisce in una nuova casa, apparentemente perfetta, ma attraversata da una presenza invisibile. L’intera vicenda è raccontata, con un’idea formale audace, dal punto di vista di questa presenza. Non ci sono jumpscare, nessuna esposizione forzata, solo il punto di vista “impossibile” di un’entità che osserva, ascolta e – forse – giudica. Questa scelta, rischiosa in mani meno esperte, viene qui gestita con intelligenza e misura, senza appesantire la narrazione né indulgere in virtuosismi fini a sé stessi.

Lucy Liu

Presence (2024): Lucy Liu

La regia di Soderbergh è calibrata, funzionale, attenta a ogni dettaglio. L’uso dello spazio domestico è particolarmente riuscito: la casa diventa un ambiente vivo, quasi un personaggio, dove ogni movimento, ogni sguardo, ogni silenzio suggerisce qualcosa. La tensione cresce senza rumore, spinta da un ritmo lento ma mai fiacco, che porta lo spettatore a interrogarsi più su ciò che prova che su ciò che comprende razionalmente.

Il cast, guidato da Lucy Liu, è essenziale ma ben diretto. Le interpretazioni evitano l’enfasi, optando per una recitazione contenuta, quasi quotidiana, che si adatta perfettamente all’atmosfera del film. I dialoghi sono scarni ma significativi, e il non detto pesa spesso più delle parole. Questo approccio asciutto dà spessore ai personaggi senza ricorrere a lunghe spiegazioni.

La colonna sonora, usata con parsimonia, accompagna l’esperienza senza sovrastarla, mentre la fotografia, fredda e sobria, contribuisce a mantenere un tono uniforme e coerente. Ma ciò che davvero distingue Presence è la sua capacità di creare inquietudine attraverso l’empatia con una “coscienza” che non vediamo mai, ma che percepiamo costantemente.

Chris Sullivan, Callina Liang, Lucy Liu, Eddy Maday, Julia Fox

Presence (2024): Chris Sullivan, Callina Liang, Lucy Liu, Eddy Maday, Julia Fox

Il film non dà risposte facili e non tutti gli spettatori apprezzeranno la sua natura ambigua. Ma proprio in questa ambivalenza risiede il suo valore. È un’opera che lascia spazio alla riflessione e che resta nella mente anche dopo i titoli di coda. Non urla, non spiega, ma accompagna lo spettatore in un’esperienza che è tanto sensoriale quanto emotiva.

Presence è un esempio di cinema che punta sull’atmosfera e sull’intelligenza della messa in scena. Un lavoro che, pur nel suo minimalismo, riesce a lasciare un’impressione netta e duratura.

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