Regia di Raha Amirfazli, Alireza Ghasemi vedi scheda film
In the Land of Brothers (2024): locandina
CINEMA OLTRECONFINE
"Terra dei nostri fratelli" è il soprannome confidenziale e benevolo (per quanto piuttosto immeritato) che un popolo costituito da milioni di profughi come è quello afghano, riserva al vicino stato dell'Iran.
Che li accoglie, ma non proprio "a braccia aperte", come dimostrano i tre racconti che, a partire dal 2001 fino ad arrivare ai giorni nostri, sintetizzano tre esempi di prevaricazione e sudditanza occorso a 10 anni di distanza uno dall'altro.
Si comincia nel 2001, nella città iraniana di Bojnold, ove si osservano i tentativi del giovane adolescente rifugiato Mohammad (interpretato dall'esordiente Mohammad Hosseini) di vivere una vita normale e di ottenere buoni risultati alternando il lavoro in serra allo studio scolastico, vengono compromessi dalle attenzioni morbose e di natura sessuale di un agente di polizia locale, che finisce per diventare il suo incubo.
Dieci anni dopo, nel 2011, Leila, la fidanzatina di Mohammad dell'episodio precedente, che in quel periodo lavora come domestica per una ricca famiglia iraniana nella città costiera settentrionale di Bandar Anzali, si ritrova anche lei a dover mantenere un segreto devastante, inerente la malasorte di un suo collega operaio deceduto di infarto, perché teme che la verità potrebbe comportare la deportazione per lei e il suo giovane figlio.
Il terzo e ultimo episodio trasferisce la storia a Teheran nel 2021, dove il fratello di Leila, Qasem (l'attore iraniano Bashir Nikzad), è al centro di una epopea del dolore avente come fulcro la sorte del figlio, che i genitori credevano lavorasse in Turchia ma che in realtà si scopre esser stato impegnato a combattere in Siria, dove giungono notizie circa la sua morte.
Rivelarlo alla moglie sorda, sarà ancora più duro che l'a sofferenza provata una volta informato dall'esercito.
Per quella travagliata famiglia, durante quei tormentati vent'anni, la promessa della tanto agognata cittadinanza iraniana, si rivela un presupposto che non vale minimamente l'arduo prezzo che è costato ai diversi suoi sfortunati membri.
L'opera d'esordio dei due sceneggiatori Alireza Ghasemi e Raha Amirfazli, è frutto di drammatiche esperienze ispirate ai racconti di quanto occorso ad alcuni loro amici afghani. I compromessi subiti, le umiliazioni ricevute a fronte di una possibilità tanto agognata di ottenimento di una cittadinanza in un paese che, a tutti gli effetti, si rivela tra i meno liberi e più scarsamente rispettosi delle libertà inalienabili individuali, si rivela una ossessione che crea più malesseri che benefici.
In the Land of Brothers (2024): Raha Amirfazli
Creando al racconto filmato un effetto empatico straordinario, che rende il film una straordinaria e riuscita riflessione amara sulla inutilità di certe illusorie ossessioni esistenziali.
Il film, presentato al Sundance 2024 dopo l'espatrio dei registi all'estero, resosi necessario per garantire all'opera una libera circolazione, si è aggiudicato un meritato riconoscimento in quella prestigiosa sede per la migliore regia.
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