Regia di Steven C. Miller vedi scheda film
Uno dei peggiori film sui licantropi della storia del cinema.
Werewolves (2024): locandina
Un anno fa, una superluna ha tramutato gli esseri umani esposti alla sua luce in lupi mannari assetati di sangue. Quest'anno, il misterioso evento è destinato a ripetersi. Mentre gli scienziati studiano una cura, l'ex militare Wesley Marshall (Frank Grillo) dovrà lottare con tutte le sue forze per proteggere la sua famiglia, assediata dalle terrificanti creature notturne che un tempo erano dei semplici vicini di casa. Letta così, la trama di Werewolves sembra richiamare alla mente il più classico dei film di serie B, oltre a presentare non poche analogie con la saga de La notte del giudizio (o The Purge, in lingua originale), come la sirena che avverte dell'inizio del pericolo, la notte come fascia temporale in cui si svolge l'azione e, ovviamente, la presenza dello stesso Frank Grillo. Effettivamente, la pellicola è un omaggio a quel tipo di cinema, specialmente anni Settanta - Ottanta, potenziato dal fatto che i licantropi non sono fatti al computer bensì interpretati da veri attori con indosso un costume. Il film si basa su una sceneggiatura di Matthew Kennedy ed è diretto da Steven C. Miller, regista i cui lavori più noti sono probabilmente il remake di Silent Night e il secondo capitolo della trilogia Escape Plan, che aveva per protagonista Sylvester Stallone.
Werewolves (2024): Frank Grillo
Werewolves (2024): scena
Personalmente, non ho motivo di dubitare delle buone intenzioni di tutti coloro che hanno collaborato a questo film ma ciò non toglie che il risultato finale è un vero disastro. Werewolves dovrebbe essere preso ad esempio non solo di come non si gira un film sui lupi mannari, ma di come non si gira proprio un film. L'ora e mezza di durata è un ammasso informe di problematiche gravi, scarsa invettiva e bruttura audiovisiva. Quasi nulla funziona, a partire dal penoso prologo sino all'anticlimatico finale. Tralasciando palesi errori di sceneggiatura, come un protagonista che nella sua vita ha trovato il tempo sia per andare in guerra a combattere che per diventare uno dei biologi più facoltosi d'America, la storia procede per inerzia, buttando a casaccio eventi privi di spiegazioni, situazioni tragicomiche, personaggi che appaiono e scompaiono senza logica. La caratterizzazione del protagonista e della sua famiglia è talmente basica da gettarli di prepotenza nel baratro dell'anonimato, senza contare gli scambi di battuta che tutti i personaggi hanno nel corso del film, uno più inascoltabile dell'altro, come la cognata (interpretata da Ilfenesh Hadera) che non fa altro che ripetere che proteggerà la sua casa a costo della vita. Va bene dirlo una volta, non va bene dirlo la seconda e alla terza volta viene da alzarsi dalla poltrona.
Werewolves (2024): scena
Werewolves (2024): Frank Grillo
Werewolves (2024): scena
Come se quanto detto finora non bastasse, le scene horror e d'azione sono a dir poco tremende. La pessima regia rende ogni scontro incomprensibile, con lupi che sbucano da destra, soldati che sparano verso sinistra, movimenti di macchina incomprensibili, un montaggio confuso e una violenza che non impressionerebbe nemmeno un bambino. Per quanto riguarda il design dei mostri, si vede lontano un miglio che sono fatti di gomma ma ciò sarebbe anche perdonabile, considerata l'atmosfera nostalgica verso un certo tipo di cinema, peccato che tutto il resto sia così malfatto da non invogliare a provare pietà.
Werewolves (2024): Ilfenesh Hadera
C'è poco da fare e da dire, Werewolves è un film orribile. Non vengono in mente motivi di nessun genere per consigliarne la visione, nemmeno per farsi due risate tra amici. Con tutti i prodotti, cinematografici e non, a tema licantropi non esistono ragioni valide per perdere tempo della propria vita dietro a questa paccottiglia. Il mio consiglio? Starne alla larga.
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