Regia di Uberto Pasolini vedi scheda film
Come ho già scritto , reputo Ralph Fiennes un attore eccezionale: bravissimo, intenso, sempre capace di suscitare emozioni forti, sempre aderente al ruolo assegnatogli e, dopo questo film, ancora di più poliedrico ed eclettico.
Basta passare in rassegna le sue interpretazioni per rendersene conto (da ultimo, almeno per me, Conclave).
Il tema è arcinoto, ma il film - nel bene e nel male - ha l’indubbio pregio di cercare e trovare un punto di vista alternativo, forse scomodo.
L’Odisseo interpretato da Ralph Fiennes non è lo scintillante apollineo Kirk Douglas ed è lontano dal sagace vincente come l’ho sempre immaginato studiando la mitologia classica.
E’ un uomo provato nel visto e nella psiche, vittorioso per un verso, ma sconfitto perché ha perso i suoi migliori uomini partiti con lui per la lunga e sanguinosa guerra di Troia.
Non è un eroe ed è consapevole pure di essere stato egoista e fedifrago rispetto alla moglie interpretata da Juliette Binoche, dignitosa e stoica nel suo proverbiale fare e disfare la tela.
Pure i Proci, sempre irritanti e sgradevoli, alla fine sembrano dei ragazzacci capitanati da un leader che ha uno spessore intellettuale che sembra far tentennare Penelope (forse il meno peggio?).
E’ inutile anche tratteggiare la storia, basti dire che, a differenza di altri film, Ulisse è disposto a farsi da parte a lasciare Itaca, ignorato da tutti e non riconosciuto tranne che dal povero cane Argo.
E’ un personaggio minore, interpretato da Claudio Santamaria, che convince Ulisse assieme ad altri a ricordarsi chi era e a riprendere il suo ruolo ed il suo posto, senza vilmente lasciare il campo ai maledetti Proci.
L’ambientazione dell’isola è pure singolare: è una un habitat ostile non facile da civilizzare.
Anche il palazzo è tetro e torvo.
Secondo me è un film interessante e da vedere se non altro per valutarlo e prendere una posizione rispetto all'opera del regista italiano Uberto Pasolino, discendente di un importantissimo cineasta connazionale (lascio volutamente una non chiarificazione)
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