LA SPERANZA DIVAMPA.
Da Superman II a Smallville a Superman di James Gunn. Ne è passato di tempo da quando avevo visto per la prima volta il supereroe rosso-azzurro volare sopra il cielo di Metropolis con quel sorriso di chi ha deciso di proteggere l'umanità che l'ha adottato e cresciuto. Così tanto tempo che sono cambiato anch'io col passare dei decenni, in cui ho visto la mia visione sul cinema (e non solo) nascere e mutare fino alla forma mentis di oggi. Sono cresciuto coi supereroi sin dalla tenera età, un po' come quel bambino del Jarhanpur che alza in alto la bandiera col simbolo di Superman, sperando che il suo supereroe arrivi a salvarlo in una guerra che sta devastando il suo popolo. L'idealismo e l'eroismo dei superereoi mi hanno sempre ispirato, commosso ed eccitato proprio perché anch'io da bambino sognavo di salvare il mondo con dei superpoteri, per incarnare un ideale di giustizia capace di difendere i deboli dai forti, le persone buone da quelle cattive. E' sicuramente un'utopia infantile, eppure è ciò che guida l'innocenza di Clark Kent/Superman di James Gunn, un alieno (Kal-el) che accetta la fallibilità delle sue azioni, del suo retaggio, della sua umanità. Ed è quindi col cinecomic - e col Cinema - che l'utopia può diventare realtà: i dittatori muiono, gli affaristi miliardari criminali vengono incarcerati e le guerre finiscono. E la speranza diventa un valore e un ideale a cui tendere all'infinito per migliorare un mondo egoista e meschino, che ha bisogno di un esempio - non cristologico alla Snyder - umano ed empatico a cui guardare nell'ora più buia. Il mondo fumettistico-allegorico di Gunn ribadisce, inoltre, un'altra lezione importante già appresa coi suoi sgangherati Guardiani della Galassia: è solo con la reciprocità col prossimo che possiamo costruire un mondo migliore, è solo grazie ai nostri legami con gli altri che possiamo diventare più forti INSIEME. Superman ha bisogno dei suoi amici, della sua fidanzata, dei suoi genitori, dei suoi robot, della Justice Gang e pure del cagnolino Krypto. Sembrerà retorico, ma l'unione fa veramente la FORZA. E in un mondo che sembra remare al contrario a tutto ciò, in cui ognuno di noi è rinchiuso nella propria bolla fatta di smartphone e social (geniali i bot scimmia snyderiani), più che mai ha bisogno di un Superman per cambiare totalmente prospettiva. Altrimenti l'alternativa è chiara: Lex Luthor e la Boravia.
Superman (2025): David Corenswet
Superman (2025): Edi Gathegi, Nathan Fillion, Isabela Merced
Superman (2025): Nicholas Hoult
LA SPERANZA DIVAMPA.
La strada per la rinascita del genere cinecomic può essere tracciata da un DCU che può concentrarsi sulla qualità e meno sulla quantità industriale alla MCU. Finalmente i colori sgargianti ritornano in una DC che non è mai stata così cupa nei fumetti (quella semmai era più la Marvel), liberandosi finalmente dal peso del Cavaliere Oscuro di Nolan e dall'(anti)epica testosteronica snyderiana tronfia e vuota. Una via più autoriale, creativamente varia, produttivamente intelligente ed editorialmente interessante è possibile. Basta MCU. E' ora di una DCU che faccia capire che i cinecomic possono essere grande cinema non solo di intrattenimento puro. I believe in James Gunn. Mai come prima d'ora un intero genere è sulle spalle di un singolo uomo, un super uomo, che però ora ha bisogno di solidi collaboratori capaci di andare oltre la sbornia avida e corrotta di Kevin Feige. Il terreno è fertile. Gli strumenti ci sono. Ora basta soltanto CREDERCI e ripartire più forti che mai.
SUPERMAN! SUPERMAN! SUPERMAN! SUPERMAN! SUPERMAN! SUPERMAN! SUPERMAN! SUPERMAN! SUPERMAN! SUPERMAN! SUPERMAN! SUPERMAN! SUPERMAN! SUPERMAN! SUPERMAN!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta