Regia di Len Wiseman vedi scheda film
Con Ballerina, lo spin-off dell'universo John Wick, il regista Len Wiseman tenta di estendere il franchise costruendo una nuova icona femminile dell'action contemporaneo. Un'operazione che, pur mostrando la discreta padronanza della grammatica di genere di Wiseman, finisce per restare schiacciata sotto il peso della mitologia visiva e narrativa costruita nei film con protagonista Keanu Reeves.
La protagonista Eve, interpretata da Ana de Armas, si muove e agisce con la stessa geometria coreografica di John Wick: spara, combatte e sopravvive seguendo i codici già ampiamente codificati da Chad Stahelski. Tuttavia, Ballerina manca della riflessione meta-linguistica che ha reso John Wick un oggetto teorico oltre che spettacolare. Se nella saga originale l’azione diventava forma pura, principio narrativo e idea visiva astratta, qui rimane funzione narrativa, incapace di elevarsi oltre la replica.
La costruzione spaziale è sintomatica di questa distanza: John Wick attraversava ambienti fortemente stilizzati e concettualmente ricchi, in cui l’architettura diventava espressione visiva e culturale. Dalle scenografie ispirate alla videoarte — come le sale espositive con giochi di luce, vetro e specchi — agli interni che ricordano vere e proprie installazioni visive, il film costruiva un mondo iperestetizzato. Particolare rilievo assumevano gli Hotel Continental, luoghi esotici sospesi tra culture diverse, in cui l’identità estetica variava seguendo coordinate geografiche e simboliche (dal gotico newyorkese all’eleganza orientale del capitolo ambientato in Giappone).
Ballerina, invece, si muove perlopiù in locali notturni, club e interni convenzionali, privi di quell’immaginazione formale.
Solo nel segmento ambientato in un villaggio innevato, abitato da assassini sotto mentite spoglie, si intravede un barlume di quell’iperbole visiva che ha reso la saga madre iconica.
Ma l'estetica di Wiseman è più convenzionale, fatta di usi marcati del ralenty e di una spettacolarizzazione più tradizionale dell'action.
Manca l'eleganza coreografica, quasi da balletto, che Stahelski ha costruito con rigore geometrico e influenze precise (Kappa e spada, Wuxia, Western, Slapstick, Videogioco).
A livello tematico, il film si affida al classico dispositivo del revenge movie, ma se John Wick era, fin dall’inizio, una figura folkloristica che poi divenne mito, Eve è, per ora, un personaggio in cerca d'autore. Se Wick suggeriva una tempesta sotto la superficie impassibile, Eve appare come un contenitore formale ancora privo di una vera densità simbolica.
Ballerina si appoggia a quella mitologia, ricca di simboli e rituali (le monete d'oro, le regole del Continental, la Tavola ecc.), senza però accennarne alcuna espansione.
Si tratta, in sintesi, di un discreto action, superiore alla media di quelli attualmente presenti nel panorama cinematografico americano, ma estremamente derivativo.
Potrebbe però essere un primo passo per dare spazio a una nuova linea narrativa femminile nel Wick-verse, purché riesca a trovare una propria strada.
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