Espandi menu
cerca
The Electric State

Regia di Anthony Russo, Joe Russo vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Souther78

Souther78

Iscritto dal 13 gennaio 2007 Vai al suo profilo
  • Seguaci 9
  • Post -
  • Recensioni 307
  • Playlist 2
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su The Electric State

di Souther78
6 stelle

Ennesima opera di propaganda all'insegna del motto: "L'IA è nostra amica". Morale a buon mercato, tutt'altro che coerente, per facili suggestioni di menti deboli. Al netto del suo impegno propagandistico, godibile per atmosfere, ambientazioni e personaggi. Da vedere accompagnati dal senso critico umano.

 
Ormai da anni ho preso il "vizio" di controllare quali attori e registi siano mancini. In questo caso, non avendo trovato fonti, ho cercato qualche fotografia, e parrebbe proprio che Anthony Russo sia mancino. Perchè tutto ciò? Avete presente Essi Vivono, di Carpenter? Ecco, sommatelo agli studi del Professor Malanga, che ha riscontrato mancinismo o ambidestrismo nel 100% degli addotti (cioè persone interferite da alieni), e avrete la risposta. Misteriosamente, i tassi di mancinismo (figuriamoci poi quelli di ambidestrismo, che spessissimo non è nemmeno percettibile) nelle posizioni apicali (politica, spettacolo, economia) sono infinitamente superiori a quel misero 10% di mancini ufficialmente presenti nella società. 
 
Conosciamo benissimo il potere eccezionale di promuovere idee o storie del cinema, tanto che oggi si può tranquillamente affermare che la maggior parte delle persone basi la propria formazione di conoscenze storiche sulle ricostruzioni cinematografiche: basti pensare a quando i nativi americani venivano rappresentati brutti e cattivi, e, poi, bravi e vittime dell'uomo bianco. La differenza? Semplicemente che, una volta conseguito lo scopo (l'eliminazione del popolo o dell'individuo), lo si può beatificare e prendere le distanze dai propri predecessori, che erano stati responsaibili dei misfatti.
 
Veniamo quindi a The Electric State. L'incipit sembra interessante e ci proietta in una dimensione storica alternativa, similmente a Watchmen, tanto da essere ambientato in anni '90 alternativi a quelli che noi ricordiamo: in quel mondo, i robot esistevano già da alcuni decenni, e l'inevitabile conflitto con gli umani era già avvenuto. Robot cattivi. E fin qui, nulla da dire. Attraverso molte peripezie, però, si addiverrà a un ribaltamento della prospettiva, con l'affermazione della tesi che i robot possono essere più umani degli umani. Ed è proprio questo il campanello d'allarme, che tradisce le aspettative iniziali e spingerà, poi, a verificare il mancinismo degli autori. Che ci vogliano far amare le macchine è talmente lapalissiano da non richiedere neppure spiegazioni. Un guizzo finale ci stupisce, mentre lo spettatore viene invitato a uscire dal virtuale e a dedicarsi alla vita "vera". Sorvolando sulle opinioni individuali, non può sfuggire una contraddizione sistematica: da un lato si celebrano esseri artificiali, e, dall'altro, si denuncia la virtualizzazione dell'esperienza di vita. Cui prodest? Ci viene il dubbio che si voglia alimentare la confusione, o, addirittura, far passare il messaggio che le macchine debbano essere autonome e non controllate (controllabili) dagli umani. Se i messaggi equivoci si sprecano, non possiamo però equivocare la volontà di umanizzazione delle macchine: tema ormai ricorrente a Hollywood da parecchi decenni. Per fortuna c'è chi, come James Cameron, invece, ammonisce che il presente è peggio dei peggiori incubi rappresentati in Terminator
 
Così, mentre l'umanità si consegna volenterosa tra le braccia del proprio carnefice IA, dobbiamo condannare senza esitazione tutte le opere come questa, volte a instillare un'idea di superiorità o di bontà degli esseri artificiali. La tecnologia ha ormai da tempo superato il punto di utilità per l'umanità: ormai è l'umanità a essere "cibo" per la tecnologia, come quando, pensando di trarne beneficio, usiamo l'IA, e non ci rendiamo conto che la stiamo solo addestrando, non solo a sostituirci, ma anche a conoscersi, e, quindi, controllarci. 
 
Cito da un dialogo con Meta AI.
DOMANDA: "Se una specie aliena molto più progredita di quella umana volesse soggiogarla, quale sarebbe la strategia più probabile?"
RISPOSTA: "Una strategtia probabile potrebbe essere l'infiltrazione e la manipolazione attraverso la tecnologia avanzata, come l'intelligenza artificiale o la sorveglianza di massa, per influenzare le decisioni umane e plasmare la società secondo i loro interessi".
 
In pratica ce lo dice perfino la stessa IA!
 
Fatte le debite premesse, e individuata la valenza propagandistica dell'opera, a condizione di prevenirne la manipolazione del pensiero, si può certamente godere della visione. Gli effetti speciali, che ovviamente dominano la scena, sono armonizzati piacevolmente e i modo omogeneo con l'ambiente reale. Chris Pratt, nel ruolo di semi-protagonista, aiuta sicuramente la giovane attrice che non avrebbe potuto sorreggere il film tanto ambizioso tutta da sola. Stanley Tucci conferisce spessore e pregio al villain, la cui dimensione psicologica viene, sia pur limitatamente, analizzata, rendendo il personaggio più credibile.
Pur trattandosi di intrattenimento di livello medio, i personaggi, gli sviluppi narrativi originali, e le ambientazioni assai variegate contribuiscono a rendere piacevole la visione, con una fotografia azzeccata e un continuo susseguirsi di eventi imprevisti. Benchè il rischio di mettere troppa carne al fuoco fosse dietro l'angolo, riusciamo comunque a digerire molto, se non tutto.
 
Naturalmente gli aspetti tecnici e tecnologici lasciano assai a desiderare, e sul finale delude non poco la scoperta che determinerà l'esito delle imprese dei nostri, ma del tutto implausibile a livello scientifico e tecnico. Non sarebbe stato meglio pensare a qualcosa di più sensato? La risoluzione del conflitto, con il classico deus ex machina, sarà precipitosa e incoerente con le premesse dell'opera.
 
Senza nutrire particolari aspettative, e assunta la giusta distanza morale, si può quindi concludere che, come prodotto di intrattenimento, compia il suo dovere, con più pregi che difetti, un cast ben assortito, una narrazione agile e interessante, e concessioni estetiche appaganti. Peccato per il messaggio di fondo.
Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati