Regia di Robert Eggers vedi scheda film
I film riguardanti “Nosferatu”, per quanto mi consta, sono quattro e quello del 2024 è il terzo remake.
Il primo film “Nosferatu il vampiro” (del 1922) è il capolavoro espressionista germanico diretto da F. W. Murnau: è un’opera estetica imprescindibile e pietra miliare del cinema espressionista tedesco.
Il secondo film è Nosferatu, il principe della notte (1979) di Werner Herzog innova l’estetica del film originario ed è interpretato da Klaus Kinski, che catalizza la scena con la sua triste interpretazione del vampiro rassegnato al male.
Il terzo film è “Nosferatu a Venezia” (1988): è il sequel del precedente film e Klaus Kinski torna ad interpretare ilvampiro: il film ha avuto una produzione travagliata ed una segmentazione produttiva e di regia che ha inciso negativamente sull’esito finale.
L’ultimo film “Nosferatu” è quello oggetto di queste brevi righe e pur essendo godibile per se stesso diventa ancora più significativo se collegato e non svincolato dagli illustri precedenti
L’ultima opera cinematografica dedicata al celebre Vampiro vede come regista Robert Eggers e si giova, con successo, delle nuove tecnologie a servizio del cinema.
L’ambientazione ed il risultato nel suo complesso mi sembrano assai convincenti dal punto di vista estetico-formale: senza rinnegare il passato, il film è coerente con i tempi moderni e si giova di un’ambientazione ricercata e gotica che brilla pur se l’oscurità concettuale e visivo è il fil rouge di tutta la pellicola.
Bella l’idea visiva del Vampiro/Conte Orlok, interpretato dall’irriconoscibile e bravo Bill Skarksgard, il cui respiro affannoso e angoscioso, è interrotto da frasi frequentemente pronunciate in latino, il che stride con la mostruosa morfologia dell’essere..
La figlia d’arte Lily-Rose Depp (figlia di Jhonny Depp e Vanessa Paradis), con incredibile somiglianza con la mamma, è convincente nel ruolo di oggetto del desiderio del Conte Orlok e la sua sofferta ambivalenza comportamentale e morale risulta tangibile per lo spettatore così come fa molto pensare la chiosa finale in cui quasi sembra che si sacrifichi .
Nel complesso, il film è convincente e si segue con interesse senza stancarsi.
La prestazione attoriale di Nicholas Hoult è invece una piacevole conferma: è un attore che secondo me ha grande futuro, per la sua bravura e versatilità.
Da segnalare, è poi la presenza di Willem Dafoe, oramai in là con gli anni, ma sempre intenso ed a proprio agio in qualsiasi ruolo.
Pure mi permetto di rilevare l’ottima interpretazione dell’attore britannico Simon McBurney, il cui viso è immediatamente riconoscibile per essere stato presente in altre pellicole famose (fra gli altri in “Mission Impossibile: Rogue Nation”).
E’ un film da vedere anche se non si sono visti i precedenti.
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