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Confidenza

Regia di Daniele Luchetti vedi scheda film

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La recensione su Confidenza

di orsotenerone
4 stelle

Confidenza, un film che parla sottovoce e lascia (troppo) spazio al silenzio

Confidenza, un film che parla sottovoce e lascia (troppo) spazio al silenzio

 

Confidenza è un film che cerca di riallacciarsi al grande cinema italiano d'autore, quello che si faceva negli anni '90 e che già allora sapeva mescolare introspezione, mistero e inquietudine. Daniele Luchetti, regista di talento riconosciuto, costruisce un'opera che ha molto da dire, ma sceglie deliberatamente di non mostrarlo — o meglio, di nasconderlo tra le pieghe del non detto.

È un film che si muove nell’ambiguità, quasi a voler trovare la verità proprio lì dove non si vede. Questo stile enigmatico, volutamente incompleto, può affascinare alcuni spettatori più intellettuali, quelli che amano i finali aperti e le interpretazioni soggettive. Ma per molti altri — e mi ci metto anche io — risulta frustrante. Il non svelare il cuore del mistero non sempre è una scelta autoriale efficace; a volte è semplicemente una rinuncia.

Luchetti dimostra ancora una volta di saper usare con maestria la macchina da presa, impreziosendo l’opera con dettagli, inquadrature ricercate e piccole raffinatezze visive. Tuttavia, in Confidenza sembra perdersi nella narrazione, lasciando che la forma prenda il sopravvento sulla sostanza. Il messaggio — o almeno la sua ricerca — è meno interessante del modo in cui viene raccontato, e questo squilibrio pesa.

Anche a  chi, come me, apprezza i film complessi e strutturati, questo può sembrare un lavoro eccessivo, quasi autocompiaciuto, troppo convinto di sé. C'è la sensazione che voglia "insegnare", più che raccontare. E quando un film parte da questa esigenza, raramente riesce a toccare davvero il cuore di chi guarda.

Il cast offre performance dignitose, ma anche qui qualcosa stona. I volti, le espressioni, le emozioni sembrano spesso forzate, sopra le righe. È come se la recitazione non riuscisse ad accordarsi con l’anima intimista della pellicola, creando un senso di dissonanza che indebolisce l’impatto emotivo.

Confidenza non è certo il peggior film dell’anno, ma è un’opera che avrebbe meritato una costruzione narrativa più solida, forse anche una sensibilità diversa. Viene da pensare che, affidato a una mano femminile, avrebbe potuto trovare un equilibrio più delicato e autentico.

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