Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film
Ennesimo film di Kore'eda che è piaciuto molto a critica e pubblico, io rimango un piccolo gradino sotto, ma è piaciuto anche a me.
Kore’eda è un regista giapponese temo sconosciuto al grande pubblico, il quale però è magari incappato in qualche suo film, perché ne ha fatti non pochi e spesso valgono, valgono pure molto. Discorso diverso tra cinefili e appassionati di “d’essai”: tale regista diventa per questi un must (giustamente) e nessuna sua opera andrebbe persa. Che è un po’ quello che faccio io nel mio piccolo, cercando di recuperarli, questo è il suo quarto film che mi vedo. Nessuno degli altri tre, questo compreso, raggiunge la vetta di Father and son, però anche a questo darò un 7, lo giudico un film riuscito ed interessante, recitato e diretto al solito molto molto bene. Forse troppo lungo, forse non mi ha suscitato troppa empatia, però vale. Si narra di una mamma single che è preoccupata dai tiri strani che fa suo figlio in quinta elementare, e arriva a pensare che sia stato preso di mira dal maestro, a scuola; da lì ne succedono molte, fino a che, sorpresa, stop, riavvolgiamo e rivediamo il film dal punto di vista del maestro stesso. E poi, mica è finita lì. Ma altro non aggiungo, sulla trama.
Un po’ a sorpresa il film fu addirittura ottavo negli incassi settimanali italiani; classico film d’essai che passò per vari Festival, a Cannes fu battuto da Anatomia di una caduta, e ci sta, ma vinse comunque per la migliore sceneggiatura. Critica e pubblico concordi a stare più vicini all’8 che al 7.
Scellerato come in poche occasioni il titolo italiano, da noi molto sciocco, nella realtà si intitolava Mostro, e ciò aveva molto a che fare col film, e non chiamarlo così è una scelta particolarmente cretina.
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