Regia di Renzo Martinelli vedi scheda film
Davvero strano questo film “di denuncia”, dal radicalismo tanto smussato nel contenuto quanto esasperato nella forma.
Nella miglior tradizione del genere, come “liet motiv” abbiamo gli articoli premonitori ed “eversivi” della giornalista impegnata a sinistra (una Laura Morante anfetaminica e quasi isterica). Ma, incredibilmente per un film “politico”, i politici dell’epoca (democristiani) vengono in definitiva assolti e le responsabilità della tragedia completamente addossate agli “ingenieri”, vittime nemmeno del tutto consapevoli della frenesia da boom economico dei primi anni Sessanta.
Del tutto emblematica e pacificatrice (oltre che anacronistica) appare la sequenza della stretta di mano tra l’eroica “comunista” e il parroco (un omaggio a Guareschi?) accomunati dal medesimo obiettivo, il benessere dei valligiani.
Stilisticamente ho trovato il film intrigante. La recitazione degli attori, i dialoghi, l’uso frequente del grandangolo e di inquadrature oblique, il montaggio, consentono a questa pellicola di scavalcare “a sinistra” il Petri più sperimentale, finendola per collocare (grazie soprattutto alle analogie con la love story di “Titanic” e l’ardito parallelismo transatlantico che affonda - diga che tracima) in una dimensione filmica del tutto particolare che in un tentativo di sintesi chiamerei “Pulp Reality”.
Un brutto film dunque, forse irritante, ma, tutto sommato, interessante.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta