Regia di Mary Harron vedi scheda film
Patrick Bateman è un ricco e ossessivo yuppie di Wall Street che, sotto un'apparenza di perfetta nasconde una incontrollabile pulsione omicida, commettendo efferati delitti che si scontrano con la superficiale e indifferente società capitalista degli anni '80. Gli yuppie si scambiano costantemente per altri, evidenziando come l'apparenza, la moda e il denaro siano gli unici elementi che definiscono la loro identità, rendendoli indistinguibili. Nessuno si interessa veramente al prossimo; l'attenzione è rivolta solo al proprio status e al proprio profitto, come dimostra la scena in cui un proprietario di casa nasconde un omicidio per non svalutare l'immobile. L'ossessione per gli abiti firmati, i biglietti da visita e i dettagli estetici nasconde un abisso di vuoto interiore. La regista Mary Harron descrive il film come una satira queer sulla mascolinità, focalizzandosi sui rituali omoerotici e competitivi tra uomini che feticizzano il proprio corpo e la performance. Bateman rappresenta il culmine del narcisismo, un male che nasce dalla società stessa e che lo rende incapace di connettersi emotivamente con gli altri. La società è così superficiale che le confessioni di Bateman vengono ignorate o confuse, rendendo i suoi crimini "inutili" e senza significato. Violenza Reale o Immaginata? Il film ci lascia volutamente nel dubbio se gli omicidi siano reali o solo fantasie di Bateman, rafforzando il tema dell'inconsistenza della sua realtà. Nonostante le sue confessioni, Bateman non impara nulla di nuovo su di sé, e non subisce alcun cambiamento, rimanendo intrappolato nel suo loop di follia. Nel suo monologo finale ci viene dimostrato questo, dove lui ci rivela tutta la sua profonda consapevolezza del nulla, e di come il suo viaggio sia stato del tutto inutile. e quello che gli rimane è solo un grande vuoto. Pur mostrando la violenza di un uomo, la Harron ci mostra anche una critica a una società predatoria, trasformandola in un'opera che può essere interpretata anche in chiave femminista, smascherando la superficialità e la violenza intrinseca del sistema.
American Psycho è un ritratto spietato di un'epoca e di un tipo umano svuotato, dove l'ossessione per l'apparire e il materialismo anestetizzano la coscienza, trasformando l'individuo in una maschera vuota in un mondo che ha perso ogni vero valore.
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