Regia di François Truffaut vedi scheda film
Bellissimo, lirico menage a trois, raccontato con una partecipazione emotiva e una finezza di notazioni sentimentali fuori dal comune, "Jules e Jim" è soltanto il terzo film di Francois Truffaut, ma forse rappresenta il vertice creativo della sua intera opera. Jeanne Moreau vi trovò il ruolo della sua vita nei panni dell'anticonformista Catherine, ma anche gli altri due personaggi sono disegnati con mano sicura e sapiente e ottimamente interpretati da Oskar Werner e da Henri Serre. E' un inno all'amicizia virile, un canto d'amore e morte su personaggi liberi dalle costrizioni della morale comune che non riescono, però, a trovare la propria felicità, se non in alcuni momenti privilegiati. Stupenda ed emozionante la colonna sonora di Georges Delerue (il cui tema sarà ripreso anni dopo anche ne "La meglio gioventù" di Giordana), musicista che spesso scrisse delle partiture per i registi della Nouvelle vague, con un leitmotif ricorrente molto dolce e toccante che rende indimenticabili certe sequenze come la passeggiata nel bosco nella prima parte. Ottima anche la fotografia di Raoul Coutard, operatore preferito di Godard, con un uso inedito del fermo-immagine e una grande maestria nei movimenti di macchina e nella composizione pittorica delle inquadrature. La voce fuori campo mi aveva disturbato alle prime visioni, poichè l'avevo trovata eccessivamente letteraria, ma dopo aver visto il film in originale mi sono reso conto che anche in questo caso, un pò come in Barry Lyndon di Kubrick, risponde alla precisa intenzione di riportare o condensare brani del romanzo che non potevano essere illustrati dalle immagini, ma che erano comunque importanti, e dunque non risulta superflua. Anche i dialoghi sono di impronta assai letteraria e mantengono uno stretto legame con la pagina scritta di Henri-Pierre Roché, ma funzionano assai bene nel contesto della trama e restano un complemento insostituibile per la raffinata bellezza delle immagini. Nel cast di supporto da menzionare almeno l'affascinante Marie Dubois come Therese, ma lo spettacolo è assicurato dai tre protagonisti, fra cui un Werner qui in perfetta sintonia con Truffaut, a differenza di quello che accadrà in "Fahrenheit 451", un Serre che asseconda con bravura la natura melodrammatica del personaggio, anche se purtroppo in seguito sparirà dagli schermi, e una Moreau che defini' giustamente questo come un "film heureux", che rimane leggendaria quando canta "Le tourbillon de la vie", che consegna ai posteri un'interpretazione di straordinaria finezza in un ruolo profondamente enigmatico, che poteva facilmente scivolare nello stereotipo e resta invece il più compiuto nella nutrita galleria di Truffaut.
Voto 10/10
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