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The Blair Witch Project

Regia di Daniel Myrick, Eduardo Sánchez vedi scheda film

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La recensione su The Blair Witch Project

di Thrombeldimbar
4 stelle

Nei mitici anni Ottanta ci immaginavamo il fatidico 20° secolo, come quella che sarebbe stata un'era fantascientifica di grande progresso tecnologico. Ci immaginavamo ambientazioni futuristiche alla Blade Runner e aeromobili in grado di librarsi nel cielo notturno, illuminato dai neon degli imponenti grattacieli. Anche nei primi anni dell'avvento di internet il pensiero del popolo "ignorante" era più ingenuo, ancor di più se il popolo in questione era quello europeo, nello specifico quello italiano.. 

Nessuna "our culpa" da recriminare e forse i registi Eduardo Sànchez e Daniel Myrick, autori di questo minimale survaival horror ne erano ben consapevoli. 

 

Il colpo di genio? Semplice quanto inteligentissimo, inventarsi una bufala di sana pianta e farla circolare nel nuovo mondo del web per attirare l'attenzione. Per creare una curiosità alternativa e altrettanto efficace, aggirando così costosissime campagne di promozione che non si sarebbero mai potuti permettere. 

 

The Blair Witch Project - Il mistero della strega di Blair era dunque un film basato su una storia vera, infatti la bufala profetizzava che nell'ottobre del 1994 tre studenti videoamatori scomparvero in un bosco nei pressi di Burkittsville, nel Maryland, mentre stavano girando un documentario..

Un anno dopo fu ritrovato il loro filmato.

 

Questo, di fatto, si dimostrò un'ottima strategia per far raggiungere al film una certa notorietà, una più che buona affluenza nelle sale cinematografiche di mezzo mondo.

Il merito per un buon 80% sta tutto qui perchè l'opera in sé non è certo memorabile. The Blair Witch Project sostanzialmente non è altro che un film a bassissimo budget che utilizza la tecnica, già utilizzata in altre pellicole, ne è un esempio lampante il nostrano "scandaloso" Cannibal Holocaust del 1980 di Ruggero Deodato, del found foolage. Gli attori all'epoca erano dei totali esordienti, anche se va riconosciuta una certa competenza nelle performance attoriali, merito probabilmente delle motivazioni da entrambe le parti. La storia è semplice, tre giovani ragazzi: Heather (Heather Donahue), Josh (Joshua Leonard), Mike (Michael C. Williams), organizzano un weekend alternativo noleggiando due telecamere amatoriali, per poi avventurandosi imprudentemente nel bosco alla ricerca di qualche indizio che potesse portare sulle tracce della strega di Blair. La leggenda metropolitana di un paesino di montagna nello stato del Maryland, Burkittsville appunto, narra vicende spaventose di questo bosco infestato da una perfida strega che rapisce e trucida i bambini e che non tocca mai il suolo con i piedi.. La tensione che genera il film è buona e la storia riesce a far tenere alta l'attenzione. Purtroppo il tallone d'Achille si rivela essere la povertà dei mezzi di produzione. In questo stile registico in presa diretta spesso le inquietante appaiono sfuocate e svolazzanti rendendo la visione un po' frustrata. In conclusione una film non del tutto godibile ma con un'anima per certi versi autentica, rigenerata attraverso un geniale studio di marketing. Un film figlio del suo tempo, ma diverso, che seppe distingursi, che seppe prendersi gioco delle mastodontiche produzioni, e quindi in grado di riscrivere parsialmente e in modo intelligente i canoni consumistici del cinema americano. Tutti questi fattori al tempo, contrariamente a quando potevamo pensare, non erano mica cosa da poco! 

 

4-5/10

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