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Notting Hill

Regia di Roger Michell vedi scheda film

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La recensione su Notting Hill

di Aquilant
4 stelle

L’uomo procede con fare pensoso lungo le strade del quartiere di Notting Hill fissando un punto lontano davanti a sé, la giacca sulle spalle, senza degnare di uno sguardo i trucidi manifesti di Beavis e Butthead e le variopinte bancarelle sullo sfondo mentre in pochi secondi l’improvviso passaggio delle stagioni coinvolge l’intero l’ambiente circostante. Fa freddo, ma non c’è impazienza nel suo incedere totalmente noncurante della pioggia battente che a sua volta cede il passo ad una folta nevicata che in un attimo imbianca tutta la sua persona. L’uomo è conscio del fatto che di lì a pochi secondi la primavera tornerà a far rifiorire l’intero quartiere segnando l’agognato ritorno di Anna Scott. Miracolo del cinema che tramite un suggestivo piano sequenza scandito nell’arco di pochi secondi disegna l’influsso dell’incedere delle stagioni sul cammino di un essere umano che ha osato aprire il vaso di Pandora portandosi a letto un sogno e risvegliatosi ancora col sogno, contrariamente agli amanti di Gilda costretti la mattina successiva a fronteggiare la cruda realtà. Ma il desiderio proibito di William Thacker non ama abbeverarsi alle fonti del mito. Attrice di grido, d’accordo, ma pur sempre una ragazza col cuore che batte forte per quello strano personaggio dai commenti surreali, conscio delle barriere frapposte tra una star da quindici milioni di dollari a film ed un sedicente inviato di “Cavalli e segugi”, malcapitato collezionista di figure barbine invischiato suo malgrado in imprese superiori alla sua capacità intellettiva. Inevitabile lo stiracchiato finale alla “vissero felici e contenti” destinato fin dall’incipit a fungere da prevedibile coronamento, ma resta comunque la sensazione di una vicenda ammantata di fatuità, largamente sopravvalutata al suo esordio e non esente da compiaciute volgarità gratuite, meritevole di cadere in quell’oblio che le compete di diritto.

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