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L'unica legge in cui credo

Regia di Claudio Giorgi vedi scheda film

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La recensione su L'unica legge in cui credo

di mm40
2 stelle

Un uomo trova per caso il cadavere di una ragazza. La polizia avverte immediatamente il fratello e la sorella della vittima, omettendo però che si tratta di un caso di droga. Quando il fratello lo scopre, comincia a indagare privatamente, andando incontro a situazioni sempre più tese e violente.



Claudio Giorgiutti, classe 1944, esordisce come regista alla metà degli anni Settanta con l'accoppiata in rapida sequenza composta da Ancora una volta a Venezia – melodrammone strappalacrime – e L'unica legge in cui credo, sorta di Giustiziere della notte nostrano, in piena epoca del poliziottesco e degli anni di piombo. Per entrambe le pellicole si accorcia il cognome in Giorgi, mentre nel resto della sua comunque non lunghissima carriera cinematografica ripiegherà su pseudonimi come Claude Miller e Claudio de Molinis; si sarà già intuito che il Nostro lavora mosso più da esigenze di botteghino-a-qualunque-costo che da reali aspirazioni autoriali. A ogni modo qui è suo anche il soggetto, mentre la sceneggiatura reca la firma di Giustino Caporale; si tratta di una storia non particolarmente elaborata, che punta tutto sulla tensione (francamente un po' troppo claudicante) e sull'azione, anch'essa diretta in maniera abbastanza maldestra. Il plot twist finale, inoltre, è tutto tranne che inatteso. Difficile insomma appassionarsi alle vicende del protagonista, che è interpretato – colpo di scena! – dallo stesso Giorgi, già attivo d'altronde come attore da un lustro circa, anche se sempre in opere popolari di scarso risalto: che non sia Marlon Brando è superfluo aggiungerlo, ma per lo spessore del lavoro ci si può senz'altro accontentare. Altri elementi centrali nel cast: Michela Roc, Gianni Medici, Raika Juri, Frank O'Neill e Claudio de Renzi, con Gordon Mitchell e Nello Pazzafini, non accreditati, in parti marginali. A proposito dei crediti: sui titoli di testa le musiche risultano di tali Meno uno: sul web pare che il compositore sia effettivamente Stelvio Cipriani e, data la fattura gradevole della colonna sonora, è possibilissimo che sia così. 2,5/10.

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