Regia di Peter R. Hunt vedi scheda film
Ingiustamente sottovalutato da molti puristi di 007 in versione Sean Connery, questo episodio con George Lazenby si dimostra comunque un ottimo film con un Bond più umano e concreto
Meno apprezzato dal grande pubblico, anche e soprattutto per l'assenza di Sean Connery, il film di Peter Hunt si dimostra invece uno dei più completi della serie, con un Bond (impersonato dal valido George Lazenby) più umano e concreto di quelli finora visti sullo schermo (tanto da cedere addirittura al matrimonio, un'anatema per i puristi della sua singletudine da sciupafemmine). Mancano anche buona parte dei sofisticati marchingegni in grado di cacciarlo fuori dai guai, che in questo caso sono portati dal cattivo di turno Telly Savalas (futuro tenente Kojak). Belle le ambientazioni alpine, con alcuni inseguimenti da leccarsi i baffi come quello sul bob, e suggestivo anche l'accompagnamento di "We have all the time in the world" cantata da Louis Armstrong. Un film sostanzialmente sottovalutato, tanto che a furor di popolo già dal successivo "Una cascata di diamanti" tornerà Sean Connery diretto da Guy Hamilton.
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