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Amadeus

Regia di Milos Forman vedi scheda film

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La recensione su Amadeus

di alan smithee
8 stelle

Tom Hulce

Amadeus (1984): Tom Hulce

RESTAURATI AL CINEMA

La vita e l'opera del più geniale musicista mai esistito, vista, analizzata, ammirata dalla parte del suo più acerrimo evrancoroso rivale.

Questo è Amadeus, il sontuoso biopic con cui Milos Forman tornò al successo strepitoso dopo il flop clamoroso, ma altamente immeritato, dell'ottimo Ragtime (1981).

Un film, quello sul precoce genio austriaco giunto alla corte dell'imperatore Giuseppe II, che si mette in evidenza, oltre che per le sue evidenti qualità formali e tecniche di altissimo livello, per una singolarità ed originalità ribadita anche dai prestigiosi premi ufficiali ottenuti dal film poco dopo la sua fortunata uscita in sala a metà degli anni '80.

Tom Hulce, Elizabeth Berridge

Amadeus (1984): Tom Hulce, Elizabeth Berridge

 

Il geniale e precoce compositore non viene descritto, raccontato, sviscerato direttamente concentrandosi nel suo intenso e pittoresco personaggio, tutto sgarri, eccessi, volgarità e vizi fino, almeno fino al momento in cui non si concentra a creare opere e musicare testi letterari, alcuni anche snobbati o considerati di second'ordine in quanto sconci per i canoni dell'epoca.

La figura di Mozart è analizzata, descritta, trasferita al pubblico attraverso un altro soggetto, di per sé ufficialmente di secondo piano e professionalmente nemmeno minimamente paragonabile alla maestria decisamente fuori di ogni standard di eccellenza, che invece caratterizza il giovane genio.

Questo soggetto-espediente si concretizza nella figura del musicista ufficiale della corte asburgica, ovvero il musicista veneto Antonio Salieri.

F. Murray Abraham

Amadeus (1984): F. Murray Abraham

 

Un uomo che avrebbe potuto, in condizioni normali, essere il maestro di Mozart (come lo fu dei giovani Beethoven, Schubert, Liszt), ma che, dinanzi a quel prodigio fuori da ogni precedente, quasi poco umano quanto a capacità di creazione, comprende la superiorità dell'individuo, e vive il resto della sua non breve vita a rimpiangere di non possedere quel talento, fino al punto da venir indotto a costruire una diabolica macchinazione che condurrà il giovane genio ad una morte per sfinimento, Unito ad altre concause fisiche legate ad una vita piuttosto frenetica e sregolata.

Questo almeno ciò che rivendica il vecchio Salieri in confessione dinanzi ad un giovane prelato che è giunto in manicomio a trovarlo, nell'incipit e nei momenti conclusivi del lungo film.

Tom Hulce

Amadeus (1984): Tom Hulce

 

E questo in base a ciò che il grande cineasta cecoslovacco Milos Forman ci racconta, trasponendo in opera cinematografica il testo teatrale di Peter Shaffer, impegnato quest'ultimo anche nella stesura della sceneggiatura.

Ben 8 premi Oscar costituiscono il sontuoso, ma anche pertinente bottino che il film si porta a casa.

Nonostante l'ottima performance di un Tom Hulce perfetto, grazie al l'abilità dell'attore statunitense dallo sguardo e risata folli e trascinati, è il torvo e rancoroso (ma anche esaltato da cotanza perfezione) F. Murray Abrhams, splendido nei panni di Salieri, che si aggiudica l'Oscar per la migliore interpretazione: e da protagonista, correttamente quale è, nonostante l'epicentro della vicenda non sia lui ma il genio di Mozart.

Che siano balle clamorose, o mezze verità suffragate da scampoli di leggenda, poco importa ed influenza la riuscita di questo grande biopic, impreziosito da scenografie accurate e da location suggestive.

Elizabeth Berridge, Tom Hulce

Amadeus (1984): Elizabeth Berridge, Tom Hulce

 

Amadeus resta un grande film, che raggiunge il suo apice verso la fine, quando il perfido Salieri convince un esausto Mozart ad aiutarlo scrivendo un Requiem che il genio inventa in prima battuta, di getto, senza sapere che gli è stato commissionato proprio dal falso amico Salieri per il funerale dello stesso autore: le note dell'opera in preparazione si materializzano nella mente affaticata ma altamente creativa del giovane prodigio.

Ecco che dalla mente del genio scaturiscono le note perfette di una musica già definitiva, che nasce senza correzioni, e che lo stesso modesto Salieri fatica a mettere su carta, sconvolto da cotanta perfezione e dal brivido di assistere ad una creazione che nasce perfetta nella sua complessità impossibile da catturare per ogni altro essere umano diverso da Amadeus.

Sono momenti di grande cinema, e la conferma, ce ne fosse bisogno, del solido mestiere di un grandissimo cineasta. 

 

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