Regia di Roberto Rossellini vedi scheda film
Il capolavoro di Rossellini, il suo film più celebrato da quando fu esaltato dai giovani turchi della Nouvelle vague che lo presero a emblema, salvo poi ispirare anche il cinema di Antonioni e molte altre opere fra cui il Disprezzo di Godard. Un viaggio interiore alla scoperta dell'essenza dei personaggi, condotto senza eccessivi psicologismi, ma, piuttosto, secondo i dettami della corrente fenomenologica, con un''integrazione perfettamente riuscita di questo percorso interiore nell'ambiente circostante, attraverso sequenze semidocumentaristiche che accompagnano e in qualche modo segnano le svolte del cammino della coppia. La scena più famosa è quella ambientata a Pompei, quando i due protagonisti assistono al ritrovamento dei resti di un uomo e una donna sorpresi dalla morte mentre si abbracciavano: struggente e sobria, in linea con l'andamento di un film profondo e di notevole sofisticazione intellettuale. L'impressione che ne emana è quella di un'opera insolitamente omogenea, fluida e in anticipo sui tempi: ottimi gli apporti tecnici e l'interpretazione degli attori, fra cui una Ingrid Bergman di intensità straziante, meno diva e più autentica, forse qui al culmine della sua collaborazione con Rossellini, che pure aveva dato frutti altrettanto memorabili in termini di recitazione almeno in "Stromboli" ed "Europa 51". Quasi tutto il cinema esistenziale dei decenni successivi proviene da qui. Una menzione d'obbligo anche per George Sanders, qui in una caratterizzazione molto più sfumata e complessa come marito assuefatto alla noia di una routine sentimentale, che però nel finale accetta una nuova scommessa, rispetto alle sue consuete interpretazioni da "cattivo" in ruoli più convenzionali. Da ricordare che "Viaggio in Italia" nel nostro paese fu un fiasco commerciale e critico e fu trattato con toni estremamente severi dalla stampa che rimpiangeva il Rossellini neorealista, e solo l'entusiasmo della critica francese gli ha permesso di venire riconosciuto come un capolavoro del cinema del Dopoguerra.
Voto 10/10
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