Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Torno a recensire su FilmTV con questa recensione scritta di getto e totalmente emotiva (e polemica: mi auto-censuro con asterischi e, dove possibile, sostituendo termini potenzialmente offensivi): in futuro è probabile (auspicabile?) che sostituirò questo testo poco elaborato con un'analisi degna di questo nome. Intanto però vi tocca sorbire questa.
ATTENZIONE: Il contenuto di questa recensione potrebbe arrecare offesa ai non Amanti di Cronenberg, e potrebbe inoltre SPOILERARE elementi alquanto rilevanti ai fini della trama. Se non volete incorrere in simili pericoli (almeno per quanto riguarda gli SPOILER; se non amate Cronenberg sono anche c***i vostri), la lettura di questo testo, per altro assai poco elaborato nella forma, è caldamente sconsigliata. Grazie per la cortese attenzione.
Alle prese con un Film 'realistico' (la base del libro da cui è tratto è un fatto di cronaca), Cronenberg non dimentica (e mai lo dimenticherà, anche se schiere di fan deficienti urleranno al "tradimento") l'esperienza nell'Horror e continua il suo Discorso sui rapporti tra Corpo, Mente & Erotismo (da "Shivers" a "Videodrome" e oltre imprescindibili nella Poetica del Maestro Canadese) evolvendone concetti e Stile. Il risultato è un trip per nulla distante dai suoi Capolavori del Passato e del Futuro (alludo a "Maps to the Star"), un'Opera sul Doppio Interiore che non si riduce alla banale e inesistente dicotomia tra bene e male (non esiste il bene e non esiste il male, fatevene una ragione, o' stolti bigotti d'ogni dottrina, religiosa e anti-religiosa) e nemmeno (solo) tra caratteri opposti. I due gemelli Mantle, superbamente interpretati da un Jeremy Irons in Stato di Grazia (e Cronenberg dimostra tutta la sua Maestria nel sfruttare le opportunità della CGI, al contrario di incompetenti come snyder) sono uguali per fisico e per sentire, ma si differenziano per ciò che non può essere espresso, ovvero per lo Stile in cui rispondono a stimoli esterni ed esterni, per il modo in cui vivono le esperienze che condividono (Sessuali e di Droga, altro elemento ricorrente nelle Opere dell'Autore). Torna tutto il Bagaglio Artistico di Cronenberg: psicosessualità, mutazioni, medicina malata, onirismo, convivenza di punti di vista diversi che si fondono l'uno nell'altro (come accade a Burroughs nell'altro Capolavoro "Naked Lunch") invertendosi nei ruoli e nelle 'competenze'. L'iper-emotivo Beverly (nome femminile, come si dice nel film) è inizialmente sottoposto al pragmatico Elliott; poi, per amore di Claire, cercherà, come i due gemelli siamesi citati nel film, di staccarsi dal fratello, ma il sospetto del tradimento dell'amata lo porta a gettarsi animo e corpo nella Droga. Elliott, svelando la sua natura tutt'altro che stronza e insensibile nella sequenza, immediatamente successiva alla Struggente scena di ballo 'a 3' (da me vista anni fa per caso in tv) in cui si getta d'impeto a fare la respirazione bocca-a-bocca al collassato gemello (omosessualità incestuosa?), per salvaguardare il legame gemellare che costituisce l'unico vero suo motore (e all'inizio infatti è lui ad insistere affinché il fratello viva le sue stesse esperienze, specialmente sessuali). Infine, uniti nella dipendenza (dalle droghe, ma anche dal Legame), sarà Bev a guidare il fratello verso l'operazione di separazione che porterà Elliott alla morte ma l'indomani non riuscirà ad accettare questa liberazione (e cercherà il gemello ignorandone il corpo senza vita), e non riuscirà a chiamare Claire. Inostri, infatti, non sono semplicemente "dead ringers", due 'gocce d'acqua', ma bensì un'Unica Persona inseparabile (e il titolo italiano, svelando ciò, butta al cesso l'ambiguità del Titolo Originale): indissolubili in vita, non potranno che rimanere tali anche nella morte, rapida e brusca e dalle aspettative rovesciate, in quanto buona parte del film ci lascia presupporre che il fratello più debole e quindi 'primo' a morire debba essere Bev.
Un Capolavoro, messo in scena magnificamente (rimandi visivi al resto della Filmografia Cronenbergiana nella scena del Sogno, con l'organo che unisce i due gemelli, e nei costumi rossi dei chirurgi), inquadrature classiche e per lo più fisse eppure profondamente Personali (come in "Shivers", anche qui vediamo inquadrature che mostrano gli interni delle stanze attraverso porte o vetri), fotografia eccellente, sceneggiatura di un'Intelligenza rara e Cast magnifico (in particolare il già citato Irons nel Suo Duplice Ruolo).
Una delle Opere più Sottovalutate di Cronenberg, ieri odiato perché troppo 'sovversivo' nella sua carica horrorerotica, oggi snobbato perché troppo 'intellettuale' per la massa di c******i abituati a ricevere la pappa pronta (ovvero film ove tutto è chiaro, specialmente se tratti da fenomeni letterari tanto conosciuti dai soliti fan superficiali e rin******iti).
Insomma, se doveste non amare questo Film, state tranquilli: probabilmente o non siete veri appassionati di Cinema, oppure semplicemente dovete ancora approfondire le vostre conoscenze nella Settima Arte (cosa che devo fare anche io: me ne mancano di Capolavori... però sono giovane.)
Ciò non costituisce affatto un problema, a meno che non insistiate a definirvi grandi conoscitori della Settima Arte, magari gli unici 'veri esperti' del Linguaggio Cinematografico in mezzo o alla massa di 'revisionisti e pecoroni' o all''elite di cinefili intellettuali osannatori di tutto ciò che non è comprensibile allo spettatore medio'. Ebbene, carissimi snob del post-intelletualismo anti-anti-conformista (com'è difficile adoperare termini aulici per darsi un tono da colti) e/o paladini del pubblico 'vero' e 'genuino' che guarda all'essenziale e non a 'sottigliezze' come movimenti di macchina o scala dei piani, in questo duplice caso non mi resta che salutarvi con un simpatico: "***************************************************! Statemi bene. (sorriso felice)".
Perdonatemi ancora per la 'stranezza' di questa recensione: mi sembrava doveroso iniziare quella che spero possa essere definita una 'nuova stagione' di recensioni con qualcosa di istintivo. Le invettive che lancio nel finale, a parte forse 1 o 2 casi, non sono rivolte a persone specifiche ma a categorie immaginarie che mi sono costruito mentalmente in seguito a contorte/i riflessioni-soliloqui interiori (e ora potete chiamare gli psichiatri).
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