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Bodkin

1 stagioni - 7 episodi vedi scheda serie

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La recensione su Bodkin

di mck
8 stelle

Poor Eels!

 

Only Murders in the Building” innestato su “the Guard” e “Holding” con tocchi da “Breaking Bad & Better Call Saul”? Shut up and take my money!

 


Inizia non dico in sordina, ma senz’altro con un tocco esagerato di understatement, per poi però crescere con costanza sino al penultimo episodio dei 7 in totale (diretti da Nash Edgerton, Bronwen Hughes, Johnny Allan e Paddy Breathnach, e tutti compresi tra i 40 e i 50 minuti) nel quale le linee narrative intrecciate si sbrogliano e si districano incontrandosi all’acme di un climax a tal punto armonicamente intonato che vien da chiedersi cosa mai potrà accadere ancora nell’ultimo senza che tutto crolli? E invece: tutto regge. (Tranne che per i poveri ex-leptocefali e futuri catadromi.)

“Perché a volte una storia è più importante della verità e se non possiamo cambiare le cose che sono successe forse possiamo cambiare la storia che raccontiamo.”

 


Incorniciata dal paesaggio irlandese (sul quale tipicamente si susseguono quattro stagioni nell’arco di una sola giornata) e da due splendide canzoni quali “Empire” di Tim Simenon aka Bomb the Bass, featuring Sinéad O’Connor e Benjamin Zephaniah, e “Old Note” di Lisa O’Neill (e in mezzo a loro: “Lavender” di Biig Piig, “H.O.O.D” di Kneecap, “Another Round” di the Scratch, “Burning Love” di the Computers e “Don’t Cling To Life” di the Murder Capital), “Bodkin”, creata per Netflix (con la co-produzione dei coniugi Obama di "Leave the World Behind") da Jez Scharf, che la sviluppa scrivendola con altri 6 sceneggiatori, si avvale di un buon-ottimo cast composto dai 3 protagonisti [Siobhán Cullen (“Origin”), Will Forte (“SNL”, “Nebraska”, “the Last Man on Earth”, “Booksmart”, “Good Boys”, “the Laundromat”, “MacGruber”) e Robyn Cara], dall’eccellente antagonista maggiore (David Wilmot: “the Guard”, “Calvary”, “War on Everyone”, “Little Joe”, “Barkskins”, “Station Eleven”, “the Wonder”) e da uno stuolo di fantastici caratteristi [Chris Walley, Ger Kelly, Pom Boyd, Denis Conway, Sabine Timoteo, Charlie Kelly, David Pearse (“the Banshees of Inisherin”), Lalor Roddye (“Grabbers”), Alan Devine (indimenticabile, al Graceland Diner) e Peter Bankolé più la grande Fionnula Flanagan (“the Others”) e la piccola Mae Higgins].

 

 

“Le suore sono bambine. Bambine in corpi di donne anziane, vestite di nero e sposate con Gesù. Stiamo meglio senza. […] In questo paese se una donna incinta scompare le suore sono l’equivalente del maggiordomo.”

 

* * * ¾ - 7.5     

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