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Per me non è stato solo un film, ma è stata una esperienza unica, qualcosa di irripetibile. Con questo film ho scoperto il grandissimo Filippo Timi, uno dei miei attori italiani preferiti, è dotato di una bravura devastante. Dopo il film iniziai a leggere il libro di Ammaniti ed è diventato uno dei miei scrittori preferiti. Geniale, ironico e Pulp. Nel giro di poche settimane quasi tutti i suoi libri. Recentemente sono stato nel paese moderno di Vajont, il luogo dove furono fatte le riprese del film di Salvatores. Sono uscito dal paese tutto sconvolto per il suo estetismo post-atomico. “Come Dio comanda” è uno titoli più belli del cinema italiano degli ultimi dieci anni, il cast è veramente eccezionale: violento Filippo Timi, incredibile Elio germano, sorprendente Alvaro Caleca.

Marco Bellocchio ha concepito un’opera di forte impatto visivo. Da mettere in evidenza l’impegno storico, visto che pochi erano a conoscenza di questo episodio coniugale tra Mussolini e Dalser. Filippo Timi mi ha messo molta paura, al momento non penso che ci sia un’altro attore così profondo e dominante capace di stravolgere lo spettatore. “Vincere” ha tre scene cult per merito di due grandi interpreti: Timi che arringa la folla sfidando Dio; La Mezzogiorno che guarda il film di Chaplin e si commuove ricordando il figlio; Timi, nella parte di Albino, imita il discorso di suo padre Benito. Tre scene assolutamente devastanti. Filippo Timi è da infarto!

Il vecchio Clint chiude la sua carriera di attore con un ruolo abbastanza discutibile: un destrorso conservatore che trascorre le sue giornate comportandosi come un membro dei Klu Klux Khan. Prima sputtana a voce bassa come una silenziosa vipera e poi scatarra il tabacco nei prati delle persone meno gradite. Un mix di tutti i personaggi duri interpretati dal grande Eastwood partendo dai film di Leone fino alla saga dell’ispettore Callaghan. Imperdibile.

È un splendido film, probabilmente è venuto meglio rispetto a “Belli e dannati” con Phoenix perché il regista Van Sant ha fatto dei grandi passi migliorando la propria visione sul mondo maledetto dei ragazzi. Dopo “Will Hunting – Genio ribelle” e “Elephant” Van Sant tira fuori tutto il suo repertorio artistico: riprese acrobatiche degli skater, una magnifica fotografia sullo stile dei personaggi, le ambientazioni lugubri del Paranoid Park. Molte scene sono rallentate e accompagnate dalle musiche Hard Rock. Da notare il bellissimo piano narrativo della storia: la prima parte del film è scorrevole, invece nella seconda parte del film, lo spettatore scopre che la parte iniziale del film è frammentata perché la storia si completa solo nella parte finale del film. Il finale mi ha lasciato molti dubbi sulla storia di Alex. Tutto sommato è un film imperdibile.

Mickey Rourke accetta una proposta alettante che rilancerà definitivamente la sua carriera: farsi macellare sul ring a suon di manganellate, fare dei voli mortali senza usare il paracadute rischiando di rompere il collo, bucherellarsi il petto con lo sparachiodi. Finalmente, ecce homo, Mickey è sopravvissuto dopo una sanguinosa e spettacolare lotta di wrestling, uno dei sport più amati dagli americani. Darren Aronofsky gira un splendido prodotto indipendente che riesce ad emozionare lo spettatore perché non c’è solo il ring ma anche dei momenti più difficili come i problemi fisici dei lottatori. Inoltre è da tenere in considerazione il difficile rapporto tra il padre (Mickey) e la figlia (Wood). Tutto il film è straordinario grazie alla presenza mostruosa di Rourke.

Una sequenza hard che fa molto ribrezzo: un porco dal cazzone lungo alla John Holmes. Parliamo di una orrenda salciccia lunga più di 40 cm che penetra con violenza come un trapano pneumatico che fora sfracellando lo sfintere anale di un giovinetto omosessuale pieno di desideri sadomasochisti. Purtroppo sapete che il risultato di questa vicenda è parecchio amara. Tutto il film è fatto di seghe ripugnanti, una sensazione che ti toglie la voglia di vivere. Un personaggio famoso decide di esplorare l’aspetto più marcio della società. Un gruppo di suonatori, tutti handicappati (di solito uso la frase di “diversamente abili” per rispetto delle persone sfortunate). Un chitarrista quasi sordo come una campana, il cantante ha una voce stonatissima e, infine, il bassista ha un grave deficit al braccio rimasto paralizzato. Questi disgraziati sognano di esibirsi in un concerto ma manca un componente che sappia suonare la batteria. Il personaggio famoso, pur non sapendo suonare la batteria, accetta la sfida di suonare con questi tre sventurati. Orripilante e pazzesco.

Difficile da amare e molto facile da odiare. La giovinezza di Junior da alcolizzato, afflitto da una forte crisi spirituale. Il turbolento rapporto con il padre. Junior sognava di diventare una star del baseball ma non è riuscito. Tutto è andato a puttane. Junior è figlio di un potente petroliere del Texas che ha fatto carriera al Congresso diventando senatore e poi Presidente degli Stati Uniti. Junior è George Walker Bush, figlio di George Herbert Walker Bush, 41° Presidente degli Stati Uniti. Oliver Stone ha concepito un straordinario ritratto sulla vita privata di George W. Bush, un personaggio che è entrato nella storia per le sue discutibili scelte politiche legate all’11 Settembre del terrorismo. Una coraggiosa opera sulle tappe importanti della vita di Bush, l’uomo che segnò l’inizio di una lunga e controversa lotta contro il terrorismo.