Quanti finali “magici” e sconvolgenti, così necessari e affilati da restituire integralmente la grandezza emozionale, l’afflato poetico e la drammaticità dell’opera di riferimento semplicemente con una sequenza, un gesto, persino una sola, indimenticabile parola, qualcosa insomma che resta indelebilmente fissato nella memoria del ricordo, una indentificazione "definitiva" e viscerale di "quel" titolo e di "quelle" sensazioni!!!!
Con Donald Sutherland, Karen Black, Burgess Meredith, William Castle
Sublimazione “visionaria” di una tragedia consumata in un flash espressionistico esasperato dall’impotenza… una “fiammata” liberatoria che annulla il castello immaginario delle illusioni
La vertigine e il grido, terribile e lacerante, che accompagna la caduta di un corpo che si sfracella al suolo, ultimo irreversibile gesto di protesta e di rinuncia
La rabbia di un gesto “estremo” che esemplifica la ribellione all’impotenza di una condizione degradata dal sopruso che pretende di annullare persino la coscienza pensante di una mente
Struggenti note di una indimenticabile melodia su una sarabanda circense di presenze finalmente “riappacificate” e solidali. Il condensato di un’esistenza intera, rappresentato senza retorica e con molte tentazioni
Il consumismo che deflagra ed esplode fra contraddizioni e insicurezze. Una inadeguatezza oggettiva che diventa evidente metafora per una utopica ed impossibile speranza di redenzione
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