Regia di Mario Bava, Lamberto Bava vedi scheda film
Tratto da un racconto di Merimée ambientato nella Francia del diciannovesimo secolo, l'ultimo film girato da Mario Bava è questo La Venere d'Ille, produzione Rai che entra a far parte della serie I giochi del diavolo - Storie fantastiche dell'Ottocento. La destinazione televisiva giustifica la durata insolita - 60 minuti -, mentre la co-regia del figlio Lamberto si motiva con un probabile affaticamento di (Mario) Bava, che di lì a pochi mesi si spegnerà a soli 66 anni per problemi cardiaci. D'altronde Lamberto è anche co-autore della sceneggiatura insieme a Cesare Garboli, in una delle sue rarissime incursioni nel mondo del cinema; nel cast viene confermata Daria Nicolodi dal precedente Shock (1978) e al suo fianco troviamo il caratterista - molto attivo fra i '60 e i '70 - Mario Maranzana e il giovane, ma già piuttosto noto Marc Porel. Le atmosfere sono le classiche del cinema di Bava: l'incubo più inverosimile prende forma dopo essersi celato nel sottofondo di un'apparente normalità; curiosamente c'è una linea di continuità con Shock nell'istinto suicida del personaggio della Nicolodi (sebbene i due film non abbiano alcunchè in comune a livello contenutistico). Non tutto funziona a perfezione e forse la stanchezza fisica del regista è il motivo principale per la carenza di scene mozzafiato; non si tratta comunque, ciononostante e nonostante la produzione televisiva, di un lavoro minore per Bava. 5/10.
Ottocento. Un proprietario terriero rinviene sepolta nei suoi possedimenti una statua di Venere. Pare preziosa, ma colpisce soprattutto per la somiglianza con la ragazza che suo figlio sta per sposare. E se non fosse soltanto una statua?
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta